giovedì, giugno 29, 2006

Funerali di Stato

Salve a tutti,
stasera sento il bisogno di parlare di un argomento molto importante, ma forse poco sentito: gli incidenti sul lavoro. E' storia di qualche giorno fa la tragedia del ponteggio crollato in un cantiere autostradale in Sicilia, in cui un operaio ha perso la vita, ma dopo l'emozione del momento tutto è stato serenamente riposto nel dimenticatoio. Eppure gli infortuni sul lavoro sono all'ordine del giorno e l'Italia, con i suoi 1394 decessi e 977803 infortuni annui (dati del 2003), fornisce un grosso, macabro contributo a livello europeo. Ma perchè è così semplice dimenticare queste vite? Secondo me è una questione soprattutto di dignità. Un morto in un cantiere deve avere lo stesso peso di un militare deceduto in un azione di guerra. E invece basta una divisa per far scomodare politici, vescovi, grandi folle, televisioni. Dare importanza alle "morti bianche" vorrebbe dire fare in modo di ridurre il margine di rischio per i lavoratori, per non abituarsi all'idea degli incidenti sul lavoro. E così credo che questi sacrifici "meriterebbero" di portare la nostra bandiera, in quanto martiri della Repubblica, che se non ricordo male qualcuno tanti anni fa scrisse di essere fondata sul lavoro.

sabato, giugno 24, 2006

Energia Pulita? No, Grazie.

Ciao ragazzi,
lo so, è da tanto tempo che non mi faccio vivo, ma sono stato veramente impegnato... comunque vi riporto l'articolo che ho scritto per "Lo Scoppolino", il trimestrale dell'associazione "Hermano Querido". Buona lettura.
Qualche giorno fa, per caso, mi è capitato di dare un’occhiata alla copertina dell’ultimo numero di Newton, giornale di divulgazione scientifica. Il titolo era ”Carlo Rubbia.ADDIO ITALIA, porto la nuovo energia solare in Spagna”. La mia curiosità non ha resistito alla tentazione di approfondire l’argomento, sia per il problema posto che per il personaggio coinvolto. Carlo Rubbia è uno degli scienziati italiani più in vista a livello internazionale. Nato a Gorizia nel 1934, dopo la laurea in Fisica presso l’Università di Pisa e l’insegnamento in prestigiosissimi atenei come Harvard (USA), in seguito alle sue numerose e innovative ricerche ha ricevuto il premio Nobel per la Fisica nel 1984. Vista la sua brillantezza ha ricevuto anche numerosi incarichi dirigenziali presso le più importanti organizzazioni scientifiche, come il CERN di Ginevra e l’italiano ENEA. Ma soprattutto nel corso degli anni ha continuato (e continua) lo studio della sua amata fisica e delle sue applicazioni tecnologiche, come la generazione di energia da fonti non inquinanti. In questo contesto Carlo Rubbia è stato l’artefice di un progetto innovativo, denominato “Progetto Archimede”, il primo al mondo che prevede la produzione di energia “mescolando” un impianto a ciclo combinato a gas[1] con uno solare termodinamico[2]. In parole povere questo sistema permette di produrre energia sfruttando semplicemente l’azione del sole. Il nome “Archimede”, infatti, deriva dall’uso di un sistema di specchi che ricorda gli specchi ustori[3] ideati dall’antico scienziato. Il progetto sembrava destinato ad una rapida realizzazione da parte di Enel presso Priolo Gargallo (Siracusa), invece si è arrivati ad una conclusione ben diversa. Cerchiamo di capire perché. Ogni tipo di centrale è soggetta ad una classificazione in funzione del tipo di fonte usata, e in base a questa deve sottostare ad una serie di regolamenti di tipo tecnico, economico, fiscale, priorità di immissione in rete e così via. Ovvio dire che tutte quelle centrali riconosciute come pulite godono di un “trattamento di favore” da parte dello Stato, come è giusto che sia. Ed ora comincia la parte imbarazzante. Essendo un sistema nuovo, l’impianto non è classificabile tra quelli puliti fino alla delibera specifica del MAP (Ministero delle Attività Produttive). Questa delibera non è mai arrivata, bloccando di fatto la realizzazione dell’opera. Cercando un perché, in rete ho trovato una dichiarazione ANSA (23 sett. 2005) dello stesso Rubbia:” Abbiamo chiesto un anno e mezzo fa di avere una risposta semplice. Ci voleva qualcuno nel ministero delle Attività produttive e dell'Ambiente che dicesse 'il solare termodinamico che voi avete progettato è verde, pulito, come l'energia eolica o il solare fotovoltaico[4]'. Ma essendo una cosa nuova nessuno ha voluto esprimersi". Ed ecco la radice del problema: la politica. La verità più vergognosa è che Carlo Rubbia ha semplicemente pagato per la sua indipendenza politica di uomo di scienza. Per avvalorare la tesi basta leggere la dichiarazione di Claudio Regis, ex onorevole (Lega Nord) ed elettricista spacciatosi per ingegnere, che dall’alto della sua preparazione ha detto “Nessuno mette in discussione le competenze di Rubbia sulle particelle, ma quando parla di ingegneria è un sonoro incompetente”. Claudio Regis è diventato vice-commissario dell’ENEA dopo che Rubbia è stato deposto dalla presidenza dell’ente. Mentre in Italia ci si divertiva a fare carne da macello di quel poco di ricerca che ci è rimasta in casa, la Spagna si è affrettata a dichiarare pulito il solare termodinamico, con l’ovvia conseguenza per la destinazione del progetto. E la storia si conclude così, con l’ennesima occasione persa. La domanda che da tecnico e da cittadino mi pongo è “per quanto tempo potremo ancora permetterci tutto questo?”. E la risposta è ancora più inquietante,“poco, molto poco”. Se in Italia non inizieremo a dare la giusta dignità al settore tecnico-scientifico, se gli scienziati continueranno a non avere alcun peso politico e decisionale, se non si investirà nella cultura e nella ricerca, cominceremo a correre sulla strada del declino sulla quale stiamo già passeggiando spensieratamente. Che Dio ce la mandi buona.

[1] Tecnologia di produzione d’energia elettrica che si basa sull’uso di una o più turbine a gas associate a una turbina a vapore. Questo sistema permette un uso particolarmente efficiente del combustibile e un impatto ambientale limitato.
[2] Tecnologia che permette di convertire l’irraggiamento solare in energia termica (calore). Questa può essere anche sfruttata per la produzione di energia elettrica.
[3] Sistema di specchi che concentrano i raggi solari su un unico punto, ideato da Archimede per incendiare le navi nemiche.
[4] Sistema di produzione di energia che sfrutta il fenomeno di conversione della radiazione solare in elettricità.