martedì, novembre 29, 2011

Riprendiamoci la nostra Europa

Le ultime settimane passate a osservare i repentini cambiamenti della politica italiana hanno distolto l'opinione pubblica dal concentrarsi sulle ragioni profonde della crisi europea. Eppure al netto delle operazioni di ingegneria finanziaria e di bilancio è proprio lì, sull'Europa, che è necessario lavorare per assicurarci un futuro di speranza e progresso. 
In questi mesi ho pensato molto all'Europa, alla mia Europa. Io appartengo a quella che definisco "Generazione Maastricht", quella che durante l'infanzia ha respirato a pieni polmoni il sogno europeo dei padri e lo ha vissuto già dal periodo degli studi. Ancora ricordo la bella sensazione di vedere le cartine sul sussidiario così diverse da quelle dell'atlante di casa, che dividevano il mondo in due eserciti contrapposti, e di sentirsi parte di qualcosa di nuovo. Poi è arrivata l'unificazione della Germania, infine Maastricht. Da allora tutto è diverso ma allo stesso tempo normale, come i vari progetti di interscambio che fanno muovere ogni anno milioni di giovani da un Paese all'altro. Penso all'Erasmus a cui ho partecipato, al Leonardo e a tanti altri, ma anche agli accordi di Schengen che ci permettono di andare in giro per il continente soltanto con la carta d'identità in tasca, all'euro che ci permette ci ha unificati dal punto di vista monetario. Ho l'impressione che ai più tutto questo risulta ormai scontato, ma non è così. Questa grande crisi sta mettendo alla prova il popolo europeo che si trova davanti a un bivio che prevede il salto di qualità dell'Unione oppure la sua fine e l'attuale classe politica non è in grado di guidare i Paesi in questa così importante fase. Non solo, ma i vari Merkel, Sarkozy, Berlusconi e soci sono stati gli artefici di numerosi balzi indietro rispetto al pluridecennale cammino comunitario. E allora questo è il momento in cui la Generazione Maastricht deve farsi sentire. Pretendendo che gli attuali governanti riparino i disastri che hanno contribuito a creare con la loro politica chiusa e localistica e che si facciano da parte.
Ora tocca a noi. Siamo noi quelli che dovranno ricostruire l'Europa puntando all'unificazione politica. Ma per fare questo c'è bisogno di un grande movimento transnazionale che abbia a cuore la rincorsa del sogno europeista. Riusciremo a riprenderci la nostra Europa?      

venerdì, novembre 25, 2011

Tragedie relative

Se qualcuno di voi non se ne fosse accorto, questa settimana Calabria e Sicilia sono state colpite da un'ondata di maltempo che ha causato ingenti danni e (direttamente o indirettamente) 4 morti tra Catanzaro e Messina. Ho visto le immagini della mia città grazie alle foto e ai video amatoriali caricati in rete e mi sono impressionato. Con la memoria ai tragici giorni di Genova, Liguria e la Toscana pensavo di trovare un ampio risalto nei media tradizionali, che tanto spazio nelle scorse settimane hanno riservato a quei luoghi e popolazioni. Mi sbagliavo, un servizio da un minutino nel tg o un articoletto sui giornali. Niente più della ciclica sgradevole sensazione della sensibilità nazionale a due marce, che si dispera (giustamente) per i morti in una città in ginocchio e la settimana successiva è completamente indifferente a una simile disgrazia avvenuta nel capo opposto del Paese. Un "relativismo emozionale" che a mio parere fa emergere il "relativismo percettivo" dell'appartenenza del sud al contesto nazionale. Un filo di amarezza.

martedì, novembre 22, 2011

Fratelli d'Italia

In questo periodo di grossi cambiamenti all'interno del nostro Paese, c'è per me una grande fonte di gioia che deriva dalla ribalta che sta interessando il tema della cittadinanza per chi nasce in Italia, anche se figlio di immigrati. E' una vera e propria battaglia di civiltà che affonda le radici nel senso stesso di cittadinanza, quel patto tra l'individuo e lo Stato, tra sè e la collettività, le sue regole e la compartecipazione alla crescita di un Paese. Sentire le parole del Presidente Napolitano in cui si definisce "follia e assurdità" la negazione del diritto di cittadinanza ai nuovi italiani mi riempie di gioia. Così come mi ha emozionato il trasporto e la convinzione con cui il Segretario del Partito Democratico Bersani, durante la dichiarazione di voto per la fiducia alla Camera, ha urlato la vergona dello stato attuale delle cose e invocato la necessità cambiamento. D'altronde è da molto tempo che si lavora in tal senso, sulle proposte concrete di nuovi meccanismi che abbandonino lo "ius sanguinis", il diritto di sangue, per abbracciare lo "ius soli", il diritto di nascita o di suolo. Pensiamo ai bambini che nascono e crescono in Italia sentendosi italiani al 100%, che spesso non sono neanche mi stati nei Paesi di provenienza dei propri genitori, che al compimento della maggiore età sono non riconosciuti dal nostro ordinamento. Una vergogna, un segno di inciviltà e cecità a tutti i livelli. Come facciamo a non riconoscere in quei ragazzi dei "fratelli d'Italia?" Cosa vuol dire allora essere Italiani? Sento e vedo che è arrivato il momento di fare il grande passo, che non è una concessione bensì un salto in alto verso il futuro. Un grande salto che deve essere compiuto dalle tante gambe di chi guarda in avanti e immagina una società diversa, più equa, più giusta e partecipata



ps: Questo blog aderisce alla campagna per i diritti di cittadinanza "L'italia sono anch'io". Per informazioni in merito cliccate sul banner a lato.
info pratiche roma centro: Per chi volesse firmare le proposte di legge di iniziativa popolare in questa settimana troverete un banchetto del PDEsquilino sotto i portici di piazza Vittorio lato Oviesse  nei giorni di mercoledì 23 novembre (domani) dalle 17:30 alle 20:00 e sabato 26 novembre. Altrimenti potrete firmare al circolo PDEsquilino di via Galilei 57, nelle giornate di giovedì 17 novembre dalle 18:00 (apertura delle consuete attività) e venerdì 25 novembre dalle 19:00 in occasione della cena di sottoscrizione. 

martedì, novembre 15, 2011

Dopo il carnevale la quaresima

Il giorno dopo la destituzione non poteva che essere drammatico. L'entusiasmo di sabato scorso in fin dei conti era cosciente del fatto che la strada da quel punto in poi sarebbe stata comunque in salita. Probabilmente quell'esplosione è stata una sorta di martedi grasso che precede la quaresima. E allora eccoci serviti. Il primo boccone amaro (almeno a me) lo dà la politica. Siamo in emergenza assoluta, su questo sono (quasi) tutti concordi, la speculazione ha ricominciato a farsi vorace, ma nei fatti vedo una pericolosa resistenza dei partiti a cedere reciprocamente delle posizioni che ostacolano la veloce composizione del nuovo governo. Monti chiede la presenza di politici di rango di entrambi gli schieramenti per garantirsi la copertura dei partiti, scelta ragionevole, ma qui iniziano i dolori. Così le prime scorie del berlusconismo cominciano a venir fuori. Troppi anni di istigazione all'odio reciproco e di calpestamento delle bon ton istituzionale hanno creato dei muri tra le parti. Ora la destra è costretta suo malgrado a mettere in campo l'uomo più vicino a Berlusconi e alla sinistra viene chiesto di rimangiarsi la promessa di non accettare nel nuovo governo nessun appartenente al vecchio esecutivo. Scegliere sarà molto doloroso per entrambe le parti, spero solo che facciano in fretta.    

domenica, novembre 13, 2011

Berlusconi Game Over.

Aspettavo quel giorno da anni, come tante altre persone, ma mai mi sarei aspettato una partecipazione di massa come quella di ieri per le piazze di Roma. Le strade erano piene di gente di tutti i tipi, appartenenti a partiti politici, a movimenti e semplici cittadini che hanno sentito il bisogno di accompagnare alla porta il berlusconismo. Una partecipazione coinvolgente, appassionante, emozionante. La sensazione di scrivere un piccolo paragrafo della storia italiana, di rivendicare la diversità del popolo italiano rispetto all'immagine deturpata che Berlusconi in questi anni ha diffuso in tutto il mondo. Uno scatto d'orgoglio e la volontà di dimostrare che nonostante tutto il popolo è sempre più forte dei tentativi di annientamento totale della coscienza civile. E così il centro di Roma si è trasformato in una grande piazza in cui era forte il sentimento di fratellanza reciproco, forgiato da anni di resistenza al modello berlusconiano, basato sull'egoismo, la non partecipazione civile e la televisione come unico mezzo di interfaccia con il mondo esterno.
L'emozione è stato il filo conduttore di tutta la nottata. L'emozione della musica davanti al Quirinale, della gente che aspettava l'uscita di Berlusconi fuori da Palazzo Chigi, di Pierluigi Bersani che ha voluto fare il primo discorso post dimissioni tra i militanti, fuori dal Circolo PD del Centro Storico. Emozione e felicità, ma anche responsabilità e consapevolezza che da domani si farà sul serio. C'è da tirare su un paese, da risollevarlo con sacrifici e serietà. Sarà difficile, ma sono sicuro che ce la faremo.

Lo riconoscete quel posto alle nostre spalle? E' Palazzo Grazioli! E' lì che abbiamo festeggiato fino a notte fonda. Chi l'avrebbe mai detto? E' proprio vero, ci siamo ripresi l'Italia.

venerdì, novembre 11, 2011

Avevo dodici anni.

Avevo solo dodici anni quando Silvio Berlusconi è "sceso in campo" entrando in politica. Già, l'odioso "scendere in campo" da lui coniato che è ormai di uso comune, come sono diventati comuni e accettati i suoi usi e vizi. Lui c'è da quando ho iniziato ad avere un minimo di coscienza politica, una presenza ingombrante e odiosa. Ancora ricordo, anche se ero piccolo, il bombardamento di pubblicità durante la campagna elettorale del 1994. Io già da allora non lo sopportavo mentre vedevo gli anziani di famiglia sempre più ammaliati da quell'uomo sempre troppo sorridente. Un sorriso sempre uguale negli anni, un odioso ghigno. E così le scuole, l'università, il lavoro, e lui (escludendo alcune parentesi neanche troppo fortunate) sempre lì. Ora ho ventinove anni e mi sento derubato di un pezzo di futuro, a livello economico e sociale. Questi ultimi giorni per me hanno una valenza storica, se non altro personale. L'attesa per la fine del berlusconismo è un qualcosa che mi coinvolge e mi appassiona, in un impeto di irrazionalità che non si riduce pensando che già dal giorno successivo con grandi sacrifici sarò chiamato, insieme a tutti gli italiani, a riconquistare quel pezzo di futuro che ci è stato preso indebitamente.

mercoledì, novembre 09, 2011

Bagnomaria.

La verità è che stiamo a bagnomaria. La giornata convulsa di ieri a mio avviso non ha dato i risultati sperati. Servivano le dimissioni immediate di Berlusconi e l'affidamento del governo a una persona autorevole, stimata a livello internazionale, coperta da una maggioranza molto ampia che si facesse carico delle scelte difficili che ci troveremo a dover fare nelle prossime settimane.
Questo rinvio della fine allunga di fatto l'agonia del nostro Paese, sguarnito nei confronti della speculazione e incapace di presentare una faccia credibile a livello internazionale. Questo governo a fatica sta scrivendo il maxiemendamento contenente le misure contenute nella famigerata lettera alla BCE e già ci arrivano le richieste di incrementarlo con altre azioni ulteriori. Non ci possiamo permettere lenti declini. Uno sguardo all'emergenza economica, dunque, ma anche alla possibilità di tentare una modifica alla legge elettorale, o almeno in assenza di accordo lavorare per la riuscita del referendum contro il porcellum. Non voglio uscire dal berlusconismo teoricamente, ma restarvi invischiato per un'altra legislatura. Infine l'ultimo aspetto: non mi fido di Berlusconi. La storia ci insegna che non bisogna mai dare spazio ai tiranni, soprattutto quando sono all'angolo, per cui è necessario affondare il colpo di grazia. Spero che le opposizioni, il Presidente della Repubblica e una parte dell'attuale maggioranza facciano qualche passo in questa direzione.

domenica, novembre 06, 2011

5/11 - La mia manifestazione

Ieri grande manifestazione del Partito Democratico in piazza S.Giovanni a Roma. Nonostante le minacce di pioggia e i gufi che negli ultimi giorni hanno tempestato i social network, centinaia di migliaia di persone provenienti da tutta Italia si sono riversate per strada. E' stata una grande festa, ma piena di elementi di riflessione e contenuti.

La mattina e il corteo
Dalle 10 il nostro circolo, come ogni sabato, ha aperto la consueta postazione sotto i portici di piazza Vittorio, in attesa dell'arrivo dei militanti di tutto il primo municipio. Alle 13 ci siamo mossi tutti insieme in corteo non autorizzato verso piazza S.Giovanni, come forma di protesta contro il divieto decretato dal sindaco Alemanno dopo i fatti del 15 ottobre scorso.

La manifestazione e gli interventi
La piazza era un mare di gente e dal palco si susseguivano gli interventi e la musica. Sono intervenuti Laura Boldrini (portavoce dell'Alto Commissariato per le Nazioni Unite), Jorge Burgos (vicesegretario DC cilena), Siegmar Gabriel (segretario della SPD tedesca) e Francois Hollande, il vincitore delle primarie del centrosinistra francese. E proprio quest'ultimo mi ha impressionato particolarmente, soprattutto per la sua visione europeista così vicina alla nostra (guardate il video in basso). Vedere che il sogno europeo sia condiviso e ribadito anche nelle altre potenze europee non fa che aumentare l'entusiasmo di insistere nella direzione della creazione di un'Europa unita politicamente oltre che da un punto di vista monetario.

L'intervento di Pierluigi Bersani
E il discorso del Segretario parte proprio dall'Europa, massacrata da questi anni di governo delle destre che l'hanno azzoppata e messa in crisi (guardate il video in basso). Si respira una bella aria in piazza S.Giovanni, con un velo di emozione, quando Bersani racconta la sua visione del futuro, gli auspici e la direzione che secondo lui un partito come il PD deve seguire per creare un Italia e un'Europa migliore. Le parole d'ordine sono equità, giustizia, opportunità, giovani, dialogo, solidarietà e responsabilità. E' proprio su quest'ultimo concetto che il Segretario si sofferma, annunciando che il dialogo con le altre forze progressiste e moderate è a buon punto. Un accordo tra questi è l'unica medicina per salvarsi dall'attuale crisi e avviare un periodo di ricostruzione del Paese. A tal proposito mi ha fatto molto piacere la presenza in piazza di tante bandiere di IDV e SEL, segno che forse il momento dell'unità si avvicina.

E da domani?
All'indomani della manifestazione che ci ha dato tante emozioni positive ci ritroviamo nella realtà dei problemi del nostro Paese. Cosa fare allora da domani? Continuare a lavorare sull'informazione delle persone su ciò che accade ogni giorno in Italia e all'estero ma ci coinvolge, ma soprattutto partecipare attivamente alla vita politica dei partiti. Quest'ultimo è un mio chiodo fisso, la vera ricetta per un'Italia diversa che sappia ricostruire il Paese dalle macerie del berlusconismo. Comunque la si pensi, con qualsiasi collocazione politica, l'impegno politico soprattutto delle giovani generazioni è l'unica via d'uscita alla decadenza italiana. La coscienza che saremo noi a pagare il prezzo più alto degli sperperi passati deve essere la forza che ci spinge a voler essere gli artefici del nostro futuro, contrapponendo l'incapacità di chi ha governato con la nostra freschezza e bravura. E allora da domani più impegno e più motivazione, per noi e per i nostri figli.   
 



giovedì, novembre 03, 2011

Ora basta. Solidarietà ai democratici del IV municipio.

Ora basta. La scorsa notte cinque militanti del Partito Democratico, tra cui il capogruppo del PD del IV municipio di Roma Paolo Marchionne di cui mi onoro di essere amico, sono stati vittime di un'aggressione di stampo fascista mentre affiggevano dei manifesti lungo via dei Prati Fiscali. I giovani sono stati accerchiati e malmenati da una squadra organizzata composta da almeno una decina di persone armate di mazze e spranghe, molto probabilmente appartenenti a movimenti di estrema destra, cavandosela con l'applicazione di alcuni punti di sutura alla testa, allo zigomo e due braccia rotte. La fortuna ha voluto che l'intervento tempestivo di una volante dei carabinieri ha messo fine ad un'azione che poteva causare degli effetti molto più gravi. Purtroppo Roma non è nuova a episodi di violenza che hanno come sfondo una matrice politica. Soprattutto dopo le ultime elezioni comunali i gruppi di estrema destra hanno preso coraggio e sfrontatezza. Le aggressioni verbali e fisiche di questi ultimi anni (e in questo elenco vanno aggiunte doverosamente quelle di matrice omofoba) hanno fatto fare alla capitale un salto in dietro di almeno trent'anni. Questa città merita di più, merita persone che la amano e che spendono il proprio tempo per pensare al suo futuro, che quotidianamente ci mettono la faccia con l'impegno per la cosa pubblica. Roma non ha bisogno di certa feccia parafascista, scoria di un passato sconfitto dalla storia. 

Un abbraccio a Paolo e ai democratici del IV Municipio