martedì, febbraio 28, 2012

Mi dispiace, ma non capisco

Ancora penso a quello che è accaduto ieri a Luca Abbà, uno dei leader della rivolta no-tav, che si trova in condizioni di salute molto gravi dopo essere rimasto folgorato ed essere caduto dal traliccio al quale si era arrampicato. Un gesto estremo, un gesto che non comprendo. Tralasciando l'umana solidarietà che mi fa sperare per una pronta guarigione non posso che constatare una sproporzione tra il senso della lotta e i metodi utilizzati. Non credo che "il morto" possa portare avanti le ragioni del movimento. Soprattutto se nel movimento stesso c'è chi non aspetta altro per alzare ulteriormente i toni dello scontro, come quelle persone che ieri urlavano ai poliziotti "assassini" o cose di questo genere. E non si cominci a teorizzare, come ho già sentito in tv, l'appartenenza di certe azioni ai gesti di resistenza. Certe teorie è meglio evitarle, soprattutto quando riguardano la vita degli altri.

giovedì, febbraio 23, 2012

Chiedete al nuovo mondo

Il governo Monti, si sa, è nato da una situazione di estrema emergenza economica del Paese che ha richiesto un immenso sforzo di responsabilità da parte di tutte le forze politiche. Quando c'è da salvare il proprio paese dal baratro non ci si può permettere troppi calcoli opportunistici. Dopo i primi fruttuosi mesi di interventi immediati appoggiati dalla nuova maggioranza (alcuni votati tappandosi il naso) ci troviamo ora in una fase delicatissima che riguarda la definizione degli interventi strutturali par il mercato del lavoro, con al centro la questione articolo 18, la norma che tutela i lavoratori dai licenziamenti senza giusta causa. L'articolo 18 è un pilastro del nostro sistema di tutele, ma questo tende sempre a distogliere l'attenzione a una riforma che va pensata nel suo complesso. Infatti il nostro tempo e la nostra generazione (tranne che per alcuni fortunati) sembrano talmente distanti da quelle tutele, che forse sarebbe il caso di chiamare in causa una qualche rappresentanza del "nuovo mondo" per discutere seduti allo stesso tavolo delle altre parti sociali. Proprio per questo motivo ritengo l'atteggiamento del ministro Fornero inaccettabile quando afferma di voler creare una riforma anche senza l'appoggio delle parti sociali. Queste, lo sappiamo, troppo spesso sono portavoce soltanto del "vecchio mondo", quello che legittimamente tende a conservare la condizione esistente. E proprio per questo l'atteggiamento non deve essere di esclusione da parte del governo, ma di integrazione delle parti sociali al fine di garantire l'effettiva rappresentanza di tutti i lavoratori. Mi auguro che il ministro Fornero non prosegua su questa strada, che i sindacati collaborino e che il mio partito continui a pretendere e a lavorare per un sano confronto tra le parti.

sabato, febbraio 18, 2012

Abbiamo perso le primarie

Domani si svolgeranno le primarie per l'elezione del prossimo segretario del Partito Democratico del Lazio, dopo la penosa esperienza Mazzoli. Le elezioni primarie, come ho spesso scritto su questo blog, sono una grande conquista per l'elettorato di centro-sinistra, un qualcosa che riduce le distanze tra i partiti e gli elettori e aumenta la partecipazione attiva alla vita politica del paese. Ma nel caso delle primarie di domani cambia tutto. Mi chiedo, come si chiedono da tempo in tanti, che senso abbia chiedere agli elettori di votare il segretario locale di un partito in cui magari neanche si riconoscono.Si,  perchè rispetto alle primarie per il segretario nazionale in cui i candidati rappresentano i probabili futuri leader di coalizione, in questo caso si tratta di pure e semplici consultazioni relative alla gestione interna del partito. Mi sembra evidente che la teoria "primarie sempre" faccia acqua da tutte le acque, ma soprattutto faccia male alle stesse primarie. Chiamare al voto gli elettori per consultazioni di questo tipo hanno come effetto immediato lo svilimento di questo potente strumento, che per mantenere il suo vigore deve essere usato con intelligenza e parsimonia, pena l'appiattimento e la banalizzazione. Gli organi dirigenti del partito devono essere eletti da chi di quel partito fa parte, ci lavora ogni giorno e contribuisce alla sua crescita. Il diritto di voto è un potere che deve essere esercitato consapevolmente da chi appartiene alla comunità partito e un motivo in più per farne parte. Che rabbia, quindi, la decisione della commissione regionale del PD che ha negato, come da regolamento, il diritto di voto agli iscritti non residenti nel Lazio! In pratica si è stabilito che una parte di quelle persone che dovrebbero essere le uniche accreditate alla determinazione dei propri organi dirigenti non hanno alcun diritto di voto. Io sono uno di questi, faccio politica attiva e ricopro dei ruoli all'interno del Partito Democratico come membro dell'esecutivo di un Circolo e dell'Assemblea del Primo Municipio di Roma eppure non potrò votare il mio segretario regionale. Così, posso tranquillamente affermare che queste primarie hanno certificato l'esistenza degli iscritti di serie B, i fuori sede, che posso offrire impegno ma non possono ricevere diritti. Quanto basta per dire che queste primarie le abbiamo già perse.     

mercoledì, febbraio 15, 2012

Cinque cerchi non fanno un'Olimpiade.

Dispiace ammetterlo, ma Monti ha avuto ragione. Vista la situazione attuale, l'impegno del governo a garanzia finanziaria per l'organizzazione dei giochi olimpici del 2020 a Roma non poteva starci. Una scelta coraggiosa anche nei confronti dell'opinione pubblica, visto che le Olimpiadi rappresentano da sempre un sogno e un posticino nella storia, basti pensare all'eco che ancora oggi, a più di cinquant'anni di distanza, si sente a riguardo dei giochi di Roma 1960. Ma bisogna fare i conti con la realtà. In primis c'è la situazione economica: è difficile chiedere a un Paese che sta affrontando uno sforzo incredibile per contenere il debito pubblico i 10 miliardi di euro stimati per l'investimento iniziale. Ma in tutta onestà, credo che non sia stato questo il problema. Il vero punto credo sia stato la totale inaffidabilità di questa stima. Il nostro Paese si è purtroppo sempre distinto per la grande capacità lievitazione dei costi delle opere pubbliche. Abbiamo migliaia di esempi. Ricordate Italia90? Il G8 della Maddalena? I mondiali di nuoto di Roma? Le opere per i 150 dell'unità d'Italia? L'imminente EXPO di Milano? E non parliamo delle opere di viabilità stradale e ferroviaria che ci costano molto di più rispetto al resto dell'Europa. E' questa la vera questione. I 10 miliardi sarebbero diventati 12? 15? 20? E con quali risultati? Il nostro Paese è da troppo tempo vittima dei predoni specializzati nelle opere pubbliche a tutti i livelli, dei veri e propri professionisti della legalizzazione del furto dalle casse dello stato. Finchè non diventeremo un Paese mediamente onesto, non potremo permetterci questo tipo di eventi.   

lunedì, febbraio 13, 2012

Il bello delle primarie

L'importazione delle primarie è stata una gran bella intuizione del Partito Democratico. Uno strumento che, pur mantenendo una serie di criticità che andranno via via regolate nel tempo, rappresenta un elemento che costringe tutti i partiti del centrosinistra a confrontarsi con gli elettori nella fase di selezione della classe dirigente. E questo vale soprattutto per il Partito Democratico, naturalmente chiamato a essere la forza di maggioranza della coalizione dunque a offrire agli elettori la maggioranza dei futuri amministratori locali. Ma le primarie di coalizione in primo luogo hanno lo scopo di selezionare il miglior candidato tra una serie di persone appartenenti a più partiti o movimenti, per cui non deve destare scandalo nel dibattito pubblico la vittoria di un candidato non indicato dal principale partito. Prendiamo il caso delle primarie di Genova svoltesi ieri, che hanno visto la vittoria di Marco Doria (indipendente sostenuto da Sel) con il 46% dei voti su Marta Vincenzi (sindaco uscente, 27,5%) e Roberta Pinotti (23.6%) indicate entrambe dal PD. E' pacifico che l'indicazione emersa dagli elettori rappresenti la migliore candidatura alla guida della città per le prossime elezioni comunali e si dovrà lavorare tutti insieme per sostenerla, ma a questo punto va aperta una seria discussione all'interno del Partito Democratico genovese. Il problema non è la vittoria di Doria, che ripeto, rappresenta l'essenza delle primarie. Il punto è che il PD non può presentarsi a un appuntamento così importante spaccato a metà. Un partito in questi casi è chiamato a esprimere una sintesi delle posizioni attraverso un candidato unitario. Se non lo ha fatto è evidente che all'interno del PD genovese qualcuno dovrà pagare perchè non è riuscito a esprimere una candidatura unitaria e forte, che non è soltanto interesse del partito, ma di tutta la città.     

venerdì, febbraio 10, 2012

Imparare dalle foibe

Il 10 febbrario, da qualche hanno, è dedicato al ricordo delle vittime delle foibe, lo sterminio di migliaia di persone nelle zone al confine tra Italia ed ex-Jugoslavia. Quella strage fu il tragico compimento di decenni di soprusi e omicidi di massa che colpirono i popoli Italiano e Jugoslavo, a mio parere uno dei simboli della follia ideologica autoritaria del novecento, tesa a governare con l'uso dell'odio nazionalistico, una malapianta che affonda le radici bene in profondità prima di mostrare i suoi veri frutti mortali. 

Tutto inizia nel 1920, quando l'Italia alla fine della prima guerra mondiale annette Gorizia, Trieste, l'Istria, Zara e successivamente Fiume. Con l'ascesa del regime fascista inizia una forte repressione delle minoranze jugoslave, sia fisica sia culturale, tramite deportazioni, discriminazioni, violenze di ogni tipo. Dopo l'8 settembre ci furono i primi fenomeni di uccisione da parte dei partigiani jugoslavi del Tito in Istria e Dalmazia, spezzati dalla violentissima repressione dei nazisti, che intanto occuparono quelle zone mettendo a ferro e fuoco le città e i villaggi che si trovavano sulla propria strada. Sconfitto il regime nazista nel 1945 l'esercito di Tito occupa Trieste e da quel momento iniziò l'epurazione dei cittadini di quelle terre. 

Furono massacrati indifferentemente militari, civili, religiosi, donne e addirittura partigiani italiani che fino al giorno precedente combattevano contro lo stesso nemico. Il movimento di Tito che mutava rapidamente in regime autoritario perseguì di fatto un'operazione di epurazione di massa nei confronti non solo di coloro che perpetrarono anni prima quei vergognosi crimini contro le popolazioni jugoslave, ma di chiunque altro potesse rappresentare una qualsiasi forma di opposizione al nuovo potere. E poi le difficoltà e le angherie subite dagli esuli italiani che scelsero di tornare in Italia dopo il trattato di Parigi in cui si ufficializzava l'appartenenza di quelle terre alla Jugoslavia, da parte proprio di quella patria che scelsero di riabbracciare. E ancora l'immobilismo della politica e della società italiana nel riconoscimento di quella tragedia e della dignità di quei popoli offesi. 

Così le foibe della provincia di Trieste, dell'Istria, Dalmazia, Venezia Giulia e Slovenia si traformarono in fosse comuni che ospitarono migliaia di persone, mutando il significato di quel nome in un qualcosa di cupo e drammatico, uno dei simboli dei frutti del nazionalismo.     
 

giovedì, febbraio 09, 2012

Gli angeli silenziosi.

In questi giorni di freddo intenso non si può rimanere insensibili alla condizione delle numerose persone costrette dalla vita a passare le notti all'aperto, protette soltanto da coperte e cartoni. Eppure questa è una situazione che persiste durante tutto l'anno a dispetto dei nostri occhi distratti dalla fretta e dalle luci delle vetrine. In questi giorni anche io ho fatto più attenzione e ho potuto vedere tante persone che nel silenzio quotidianamente danno una mano offrendo conforto materiale e di spirito a quegli sfortunati. Angeli silenziosi che compaiono quando la vita di strada si fa ancora più dura. Sono appartenenti ad associazioni più o meno organizzate, ma anche tanti cittadini mossi da spirito di solidarietà. L'altra sera mi ha colpito lo spirito materno con cui una signora rimboccava le coperte a un clochard che riposava sopra un cartone davanti all'ingresso di un negozio in via dello Statuto. La stessa familiarità con cui una sua amica ci ha descritto con precisione il numero delle persone sparse nel Rione e i luoghi che le "ospitano". Questo post è dedicato a tutti quegli angeli silenziosi che sono uno dei motori veri del nostro popolo. Grazie di cuore. 

martedì, febbraio 07, 2012

Volutamente infamante.

Mi ha fatto un certo effetto la reazione di Luigi Lusi dopo la decisione del comitato dei garanti del Partito democratico. Ricordiamolo, Lusi è l'ex tesoriere della Margherita e fino a ieri parlamentare del Partito Democratico accusato (e reo confesso) di aver sottratto al suo ex partito 13 milioni di euro. Visto il poco spazio riservato alla notizia rispetto a quando esplose il caso è bene ricordare che il comitato ha deciso all'unanimità per Lusi la cancellazione dall'albo degli elettori e dall'anagrafe degli iscritti. Una decisione senza precedenti per celerità e durezza. Bene, dopo tutto quello che è venuto fuori sulla sua gestione finanziaria della Margherita l'on.Lusi ha avuto l'ardire di criticare il provvedimento del Partito Democratico definendolo "volutamente infamante". Ora vorrei ricordare la definizione di infamia: "condizione morale di chi ha commesso le azioni ritenute più gravi e disonorevoli" e ancora "azioni, parole che per la loro bassezza morale suscitano sdegno". Allora, caro Lusi, è la decisione del comitato dei garanti ad essere infamante o la sottrazione di quelle ingenti somme di denaro?    

sabato, febbraio 04, 2012

La neve sul terzo mondo.

Oggi Roma è bella più che mai. I suoi scorci accarezzati così lievemente dalla neve aggiungono magia alla bellezza. D'altronde si parlava di questa forte nevicata da una settimana. Erano state pubblicate le previsioni in cui si faceva riferimento a un'analoga situazione del 1985 e anche il Comune aveva lanciato l'allerta per i possibili disagi. Per una volta sembrava che tutte le cose fossero state affrontate nella maniera giusta, ma l'ultima parola, si sa, spetta ai fatti. E i fatti sono stati fin troppo eloquenti. Io sono stato tra quelli che ieri hanno impiegato ore per ritornare a casa dal posto di lavoro. Tra quelli abbandonati lungo le strade senza operai nè mezzi di pulizia, nè agenti delle forze dell'ordine, figuriamoci vigili urbani. Costretti a scendere dall'auto nel mezzo di una strada a scorrimento veloce per spingere gli altri veicoli in difficoltà. E poi non parliamo dell'assoluta mancanza di attuazione di un piano per le vie della città, dove i cittadini sono stati abbandonati alla solidarietà della gente, dove non c'è un marciapiede pulito, i mezzi pubblici sono in tilt, dove le autorità per non avere problemi hanno preferito chiudere i cancelli di intere aree pubbliche. Mi sarei aspettato di vedere centinaia di squadre impegnate nella pulizia e nell'organizzazione dell'emergenza, sarebbe stato anche un spot per il sindaco Alemanno. Invece niente, la solita organizzazione da terzo mondo. E' inutile girarci troppo attorno, è l'unica cosa che può fornire questa amministrazione di inetti. 

Non voglio un genio, un grande personaggio, un mito, un super uomo: mi basta un Sindaco.

giovedì, febbraio 02, 2012

I Lusi

I Lusi sono degli esseri parassitari che esistono da sempre sulla faccia della terra. La conservazione della loro specie è sempre stata garantita dalla capacità di traformarsi ed evolversi in base ai contesti e ai periodi storici. 
L'habitat naturale dei Lusi è costituito dai palazzi del potere politico ed economico. 
La catena alimentare di questi piccoli esseri è costituita principalmente da finanziamenti pubblici, ma quando capita non disdegnano i risparmi della povera gente.
I Lusi hanno grandi capacità di mimetismo e sono silenziosi, il che permette loro di poter agire in tranquillità senza fare troppo rumore. 
I Lusi sono voraci, non riescono a placare la loro fame. 
I Lusi sono esseri solitari ma sanno lavorare benissimo in branco. 
I Lusi si attacano alla preda fino al momento della sua morte.  

Via i Lusi dalla politica italiana.