mercoledì, settembre 28, 2011

Non ci uccideranno.

Domani in piazza del Pantheon a Roma dalle 15 alle 18 si terrà la protesta contro la cosiddetta "legge bavaglio", un provvedimento che se approvato limiterà la libertà di espressione nel nostro Paese. Nonostante il giudizio negativo sia su tutto l'impianto della legge, da diretto interessato mi vorrei soffermare sulla norma "ammazza blog".In pratica chiunque scriva su una qualsiasi delle piattaforme presenti in rete (siano siti web, blog, forum, social network) sarà costretto a rettificare il contenuto entro 48 ore dalla richiesta semplice di uno degli interessati. Faccio un esempio. Se oggi questa norma fosse già in vigore basterebbe una e-mail del ministero delle comunicazioni per costringermi a rettificare la mia opinione sulla legge entro 48 ore. La pena per i trasgressori arriva fino a 12.000 euro sonanti. E pensate al potere che eserciterebbero le aziende sulle recensioni dei prodotti di qualsiasi tipo. Questa è evidentemente una legge liberticida, preparata per zittire tutto quel mondo di giornali e riviste online, blog, forum e quant'altro, che ormai è sfuggito dalle mani di chi è da troppi anni abituato a governare il popolo governando l'informazione. Non vedo altre spiegazioni, considerando che il nostro ordinamento giuridico già prevede il reato di diffamazione. Non bisogna piegarsi, ma eventualmente prepararsi a una massiccia mobilitazione di disobbedienza civile.  

lunedì, settembre 26, 2011

Quel tunnel tra il Gran Sasso e Ginevra

E' vreo, la prima reazione alla gaffe del Ministro (ahimè) Gelmini a proposito del tunnel che collegherebbe i laboratori del Gran Sasso con quelli di Ginevra è di esilarante comicità. Ma quando questa passa, non restano che amare considerazioni. La prima è la desolazione dell'ignoranza di un Ministro che non conosce il suo paese. La seconda è che questa persona nel suo paese neanche ci vive, se parla di un'opera che se esistesse sarebbe una delle più grandi al mondo. La terza è che è una persona che neanche si informa, visto l'entità della fesseria che ha sparato. Poi ci sono le considerazioni più politiche. Un ministro della ricerca che non sia mai andato in uno dei luoghi di eccellenza della ricerca italiana lascia di stucco (probabilmente andandoci avrebbe potuto constatare l'inesistenza del famigerato tunnel). E poi la cosa più fastidiosa in assoluto è il voler a tutti costi salire sul carro dei vincitori vantando il sostegno del governo, quando da anni si continua a tagliare fondi per l'università e la ricerca, non si fa nulla per trattenere i cervelli migliori e si demolisce la dignità stessa della ricerca. Il sorriso mi è rimasto, ma è diventato amaro e fastidioso.

venerdì, settembre 23, 2011

L'Italia sono anch'io

Il 9 settembre scorso è partita la campagna "L'Italia sono anch'io", una mobilitazione che punta alla raccolta di firme per la presentazione di due proposte di legge di iniziativa popolare, la prima che intende modificare l'attuale legge sul diritto di cittadinanza degli immigrati, la seconda sul diritto di voto degli stessi per le elezioni amministrative. Il fronte dei promotori è molto ampio e coinvolge tutte le sensibilità presenti nel nostro Paese, associazioni e organizzazioni laiche e cattoliche, sindacati di vario colore. Per saperne di più cliccate qui e aprirete la pagina ufficiale. In più vi consiglio di dare un'occhiata ai due video in basso. Icaro Vola! sostiene la campagna e nei prossimi tornerà sull'argomento per tenervi aggiornati.


martedì, settembre 20, 2011

Neanche per i propri figli.

Tra gli indicatori del progresso culturale di un paese, c'è sicuramente la cura che la società ha nei confronti delle nuove generazioni, della loro crescita personale e culturale. E' la scuola il terreno in cui si semina il futuro di ogni Paese ed è per questo che rappresenta lo specchio della direzione intrapresa. Tralasciando per un momento l'opera di demolizione della didattica attuata da questo governo, cosa dire allora della situazione in cui versano gli edifici scolastici? Un'inchiesta di Repubblica svela dei dati agghiaccianti: il 30% degli edifici scolastici, cioè 12mila complessi sono stati catalogati in uno studio congiunto dei Ministeri dell'Istruzione e dell'Economia, come edifici a rischio. E si tratta di rischio di ogni genere, da quello sismico a quello strutturale in genere, dai problemi di tipo igienico-sanitario alla presenza di amianto, passando per la presenza di impianti pericolosi e batìrriere architettoniche. Una situazione disastrosa. Mi chiedo allora, che Paese è un Paese che non si prende cura dei propri figli? Che non si preoccupa della loro sicurezza? L'Italia tutto dimentica e dorme serena, salvo poi svegliarsi sgomenta davanti alle tragedie che si consumano a causa della sua abulìa.

domenica, settembre 11, 2011

11 Settembre 2001. Cosa ci resta?

Ricordo ancora quell'11 settembre 2001, che già per me rappresentava una data importante. Ero su un treno quel giorno, stavo iniziando la mia nuova vita a Roma tra tanti pensieri. Le speranze e le paure di chi inizia una carriera universitaria da fuori sede molti di voi le conoscono bene. E nel bel mezzo del viaggio arrivò a mio fratello un sms sconcertante, così ci attaccammo alla radiolina per seguire la situazione tra l'incredulità generale. Quel giorno non cambiò soltanto la mia vita, ma cambiò il mondo intero. 
Ed ora, a dieci anni dagli attentati, cosa ci resta? Sicuramente gli attentati alle torri hanno smontato il mito americano dell'invulnerabilità, generando paura ma anche l'apertura di una stagione di politica internazionale basata sull'aggressione ai cosiddetti "stati canaglia", con la teorizzazione della loro distruzione. E in questa situazione hanno avuto buon gioco i falchi repubblicani americani, quelli dal grilletto veloce e dal cervello lento, che hanno di fatto abbandonato la diplomazia per rifugiarsi nella più redditizia violenza. Per l'industria delle armi l'11 settembre rappresenta l'inizio di un nuovo boom economico. E poi la paura ben alimentata dagli organi di stampa ha fatto il resto. Ancora ricordo in metropolitana la gente che cercava di stare il più possibile distante dalle persone che avevano tratti somatici mediorientali (può fare ridere, ma il mio primo periodo a Roma è stato costellato da innumerevoli accertamenti per strada da parte della polizia. Bastavano i miei capelli ricci fitti, la barba e un'abbronzatura calabrese per insospettire chiunque) e il montare del sospetto verso l'islam. Pensateci, è da allora che sono nate tutte le battaglie contro la costruzione delle moschee e che l'uso della paura dell'islam è stato usato per fini elettorali. Si, l'11 settembre ci ha lasciato dei germi di xenofobia, che sono stati sfruttati cinicamente dalle destre di tutto l'occidente, aprendo una spirale di chiusura reciproca che si è conclusa con un localismo spinto. Infine, probabilmente la cosa più importante, nei dieci anni passati dagli attentati al WTC abbiamo assistito alla fine della supremazia assoluta dell'occidente. L'attacco subito, la gestione delle guerre e la politica diplomatica hanno segnato una nuova fase politica mondiale. Il declino degli USA e dell'Europa e l'affacciarsi di nuove potenze ha dato il via a una nuova visione del mondo in senso multipolare. Questo cambiamento già in atto prevede necessariamente un cambio di mentalità da parte degli occidentali, ma la strada è ancora lunga.  

lunedì, settembre 05, 2011

Nonostante tutto ci sarò.

Ci ho pensato tanto negli ultimi giorni. Le motivazioni sono quelle che ho scritto nel post di qualche giorno fa.Ma ora è troppo, il governo non sta più giocando col fuoco, ma lo sta appiccando alla dignità dei lavoratori. Le norme inserite in finanziaria passate in commissione al Senato riguardanti i licenziamenti rappresentano un possibile colpo di grazia alla condizione penosa in cui versano i lavoratori italiani. Ma la domanda è: perchè inserire questa norma in una legge finanziaria? Perchè farlo in questa particolare legge finanziaria, così gravemente urgente? Chi bisogna accontentare? Mi chiedo dove sia l'urgenza di questo provvedimento e soprattutto la pertinenza. E quali gli effetti positivi? No, questo è troppo. Non si può far finta di nulla, domani scenderò in piazza nonostante tutto, sulla dignità del lavoro non si fanno eccezioni.

giovedì, settembre 01, 2011

Un irrefrenabile bisogno di pulizia.

E' inutile nasconderlo, il caso Penati sta assumendo dei contorni scomodi e fastidiosi. Lo dico da convinto militante del suo stesso partito. Si parla di tanti soldi, di affari, contratti, appalti. Non sono una verginella, la politica ha una componente di questo tipo, ma i bravi politici nel senso di servitori dello stato devono trovare il giusto equilibrio tra le spinte del potere economico e l'interesse collettivo, di cui devono farsi carico. E non ci sono prescrizioni e robe del genere per chi tradisce il patto tra sè e il popolo. Bisogna farsi da parte e in caso contrario il partito deve prendersi carico dell'eventuale allontanamento del servitore infedele. Oggi i tempi della politica sono troppo ristretti rispetto a quelli della magistratura, per cui può rivelarsi necessario qualche strappo al garantismo puro, nel senso che un politico non deve essere giudicato soltanto dalle leggi dello stato, ma deve rispondere a dei requisiti morali certamente più restrittivi rispetto ad esse. Perchè un partito politico, soprattutto il PD, non può accollarsi la vergogna che già solo il sospetto può provocare. E' una questione di credibilità, l'arma che fa la differenza per vincere e governare. Non voglio occuparmi degli aspetti processuali, però politicamente dico che più che un passo qui bisognerebbe fare un salto indietro, per il bene del partito, della gente che ci mette l'anima, dell'alternativa che vogliamo rappresentare, quindi per l'Italia.