lunedì, ottobre 24, 2011

Povera (e colpevole) Patria

Che vergogna, che rabbia. Povera Italia, trasformata in oggetto di scherno da parte dei presidenti francese e tedesco all'ultimo vertice dell'Unione Europea di Bruxelles. Tutta colpa della cialtroneria di un governo-non governo che ogni giorno ci spinge verso il baratro, mentre una buona parte del popolo ancora sostiene il suo leader. Che amarezza vedere la scena di Sarkozy e Merkel improvvisati intrattenitori che stracciano ogni forma istituzionale, che tristezza sentire le risate della stampa internazionale. E penso ai tanti italiani che hanno costruito l'Italia con la "I" maiuscola, a quelli che hanno trascinato gli altri Paesi nel sogno europeista, a quelli che ogni giorno si confrontano con le loro aziende con il mercato globale in maniera brillante, ai ricercatori che arricchiscono i curricula delle università italiane e (soprattutto) straniere, agli studenti brillanti che dimostrano il loro valore con i loro pari in giro per l'Europa, agli emigrati che hanno saputo costruire dal nulla imprese e fortuna. Che tristezza vedere come possa suscitare ilarità il nostro Paese, soprattutto se a farlo sono due capi di stato che di certo non hanno brillato per capacità di gestione della crisi. Merkel e Sarkozy sono tra i responsabili dell'escalation della crisi europea, simbolo di una destra che ha messo da parte il sogno europeista per ripiegare sulle logiche di interesse particolare. Mi chiedo quando capiranno che solo un'Europa più forte e unita politicamente potrà dare al suo popolo prospettive di progresso. Povera patria, diceva Battiato, ma non basta. Oltre che povera è anche colpevole. Colpevole di aver permesso tutto questo, di essere indifferente, di aver lasciato correre, di aver ceduto il bene comune in cambio del tornaconto personale. 

venerdì, ottobre 21, 2011

All'orrore non mi abituerò mai.

Come è avvenuto per Saddam, anche la fine di Gheddafi non ha suscitato in me sentimenti di soddisfazione. Tutt'altro. Certo, le due situazioni sono totalmente differenti. La prima è che Saddam fu catturato, giudicato e poi ucciso, mentre Gheddafi è stato eliminato nei contorni di un'azione di guerra.
Non voglio fare la parte del borghese non violento con la pancia piena, comprendo l'odio stratificato in anni di violenze e umiliazioni, però non riesco a convincermi che l'uccisione del tiranno sia l'espressione più piena della giustizia. Proprio non ci riesco. Le immagini di Gheddafi sanguinante e stordito circondato dai tanti uomini che ammirano lo spettacolo della sua paura e sofferenza mi provoca un senso di orrore. Nonostante la barbarie perpetrata da quell'uomo per decenni. Credo che la sua uccisione sia una copertura per proteggere i suoi collaboratori più stretti che oggi sono passati dalla parte dei ribelli, quelli che materialmente hanno in questi anni ordinato massacri e violenze di ogni genere. Credo che un processo giusto avrebbe consentito di determinare con più esattezze le colpe del regime per consegnare alla storia la fotografia reale di quello che è accaduto. Si è persa un'occasione, sia per la ricerca della verità e della giustizia, sia perchè il prossimo governo della Libia sarà probabilmente formato da gente che con Gheddafi si è arricchito e che con lui ha condiviso tutte le peggiori azioni compiute verso il popolo libico.  

domenica, ottobre 16, 2011

Indignati, Incappucciati e una città in ostaggio.

Oggi è il giorno dopo e come tutti i giorni dopo di qualcosa di importante si fanno dei bilanci. Ieri sera ho avuto voglia di scrivere sui fatti violenti avvenuti praticamente sotto casa, ma ho preferito aspettare, far passare una notte per far sedimentare la rabbia per lo scempio a cui ho assistito. Ed ora che il giorno dopo è arrivato si può valutare più lucidamente l'accaduto.Ieri, con tutte le riserve di cui ho scritto in precedenza, si è svolta una grande manifestazione con una partecipazione di altissimo livello. Chi ha esperienza sui percorsi romani capisce subito che per strada hanno sfilato almeno 300mila persone, quindi da quel punto di vista è stato un successo evidente e meritorio da parte degli organizzatori.
I temi.
I temi della manifestazione, a mio avviso, sono stati un grande revival di quelli portati avanti dai social forum durante la stagione no global. Ricordo distintamente le ragioni che mi spinsero ripetutamente, con tantissimi altri ragazzi, a scendere in piazza nei primissimi anni duemila: la percezione che la finanza avesse preso in mano le redini del mondo, la relativizzazione dell'uomo come centro della politica e la messa in discussione del valore della solidarietà sociale e tra i popoli, oltre alla lotta al consumismo come stile di vita. Sono passati dieci anni da allora, ma la situazione non solo è peggiorata, ma la pianta malata ha iniziato a dare i suoi frutti velenosi, in termini di difficoltà economiche, disoccupazione, ingiustizia sociale.
Le violenze.
In questo tipo di proteste è da molti anni che si infiltrano con una certa semplicità (e impunità) gruppi di violenti devastatori, che sfruttano la presenza di molta gente inerme da usare come scudo e di persone (spesso rivoluzionari falliti anni '70) che lasciano fare con un certo gusto. La cosa inquietante è che tutto si svolge con una certa delirante ritualità, quasi come se quella forma di violenza sia comunque uno spazio da lasciare a una certa componente persone. Ieri per la prima volta ho visto molti manifestanti opporsi fermamente a questi violenti, ma devo dire che gli incappucciati erano davvero tanti. E allora via, devastare tutto, le auto, i negozi, le banche, gli uffici, creando un equivoco di base, perchè gli obiettivi dei violenti sono simboli di quel mondo che il movimento critica. Ma loro con i movimenti non hanno nulla da spartire. L'errore degli organizzatori, come spesso accade in questo tipo di manifestazioni, è il non aver previsto nessun tipo di servizio d'ordine, vivendo nell'ideale della completa autogestione della massa. Purtroppo su questa non si può fare affidamento, l'organizzazione serve proprio a questo.  
Ieri ero un poliziotto.
Ma la cosa più brutta e che mi ha provocato rabbia è stato l'attacco alle forze dell'ordine. Ieri ho visto scene da incubo, da guerra (in)civile. Violenza brutale contro persone che avevano come unica colpa quella di indossare una divisa. Padri di famiglia o ragazzi che stanno facendo il proprio dovere (e il proprio lavoro), molti dei quali sono ancora più indignati rispetto a chi ha cercato deliberatamente di ucciderli. Non dimentichiamoci che le forze dell'ordine ormai da tempo vivono una situazione di assoluta sofferenza a causa delle scelte scellerate di questo governo e che in più occasioni sono anche scese in piazza per protestare. Ieri ero con loro, ero uno di loro, mentre quei delinquenti lanciavano sanpietrini potenzialmente mortali o si aggrappavano alle camionette cercando di sfondare il vetro per colpirli. Ero un carabiniere quando quei bastardi hanno appiccato fuoco alla camionetta con all'interno due persone. Ieri le forze dell'ordine (almeno quelli sul campo) hanno dato una grande prova di professionalità, non so quanti di noi sarebbero riusciti a mantenere la calma in quelle situazioni. Ieri se non è ci scappato il morto è merito loro.
Ma ora giustizia. 
Quindi bene le forze dell'ordine ieri, però non si può lasciare impuniti delinquenti di questo genere. Bisogna andare a prenderli casa per casa. Lo Stato deve essere solidale ma la sua giustizia deve essere equa e spietata. Non ci devono essere margini di scappatoia per gente che ha preso in ostaggio e offeso una città intera. 
La vergogna finale.
E infine mi tocca parlare di chi da anni fa più danni dei black bloc. Parlo di certi politici che hanno subito sfruttato l'occasione per dimostrare la loro completa inettitudine a ricoprire ruoli da destinare certamente a persone più dotate di sale in zucca. Che dire dell'on.Butti (PdL) che durante gli scontri non ha trovato niente altro da fare che criticare violentemente RaiNews per la diretta della manifestazione (a proposito grande risposta del direttore)? E poi Gasparri&soci che dall'alto della sua invidiabile arguzia è riuscito addirittura a collegare i fatti di ieri con la battaglia parlamentare contro il governo Berlusconi? 
Vedete, io credo che i fatti di ieri non siano stati un caso, come non lo sia il motivo per cui le violenze siano state perpetrate soltanto a Roma, mentre negli altri paesi la situazione è stata molto più calma e civile. E questo motivo credo sia il completo deterioramento civile a cui siamo stati sottoposti per troppi anni, che ci sta facendo male quanto o forse più della finanza internazionale.

venerdì, ottobre 14, 2011

Indignados, indignati, volti noti e paragrillini.

Questa settimana si è parlato molto delle manifestazioni degli "indignati" in molte città italiane, che si ispirano al movimento degli "indignados", di cui ho scritto a suo tempo (maggio di quest'anno). A scanso di equivoci dico subito che ogni forma di espressione del malessere è sacra, soprattutto se coinvolge persone che per la prima volta si interessano alla cosa pubblica, però questo non deve inibirci dal porci degli interrogativi e muovere delle critiche.Il primo interrogativo alla luce delle proteste degli ultimi giorni riguarda il target principale della protesta, cioè la Banca d'Italia. Quale mente perversa ha potuto pensare che quello sia il problema centrale della nostra condizione? E chi non capisce che Mario Draghi (anche se ormai in partenza verso la BCE) è uno dei contrappesi credibili a livello internazionale rispetto alla sciatteria berlusconiana? E poi, qual'è lo scopo delle manifestazioni? Non intravedo un disegno, un percorso organico che metta davvero alle strette una classe politica allo sbando. Su questo non riesco a non convincermi che l'unico modo per mandar via chi ci governa (di tutti gli schieramenti) sia la partecipazione attiva all'interno dei partiti, la vitalità delle proposte, la competizione (anche)generazionale. E' questa la battaglia che dobbiamo combattere, è questa la battaglia che dobbiamo vincere. Non sarà il populismo paragrillino, la politica che si nasconde dietro l'immagine del comico per poter spedire "vaffa" a chiunque (che in pratica è l'assecondare e usare come arma di coinvolgimento aspetti deteriori del nostro popolo, come fa Berlusconi in altri campi), a risollevare il nostro Paese. Serve l'impegno quotidiano, la visione complessiva di un'Italia più moderna, la disponibilità a discutere con chiunque pur di risolvere i veri problemi dell'Italia. Per questo mi sconforta (ma comprendo) la notizia che la questura non ha dato al nostro circolo PD il permesso di aprire il nostro consueto tavolino in piazza per il prossimo sabato. Problemi di sicurezza, dicono. L'antipolitica spinge e può trasformare alcuni in schegge impazzite. E mi fanno ridere e anche un po' rabbia quei capi popolo per ogni stagione che "guidano" anche questa mobilitazione. Sono anni che saltano da un movimento all'altro e che grazie a questi (e alla tanta brava gente che vi ha partecipato) hanno ottenuto visibilità e anche denaro. Come avviene in politica purtroppo anche le piazze sono troppo piene di volti noti e professionisti della protesta.    

mercoledì, ottobre 12, 2011

Grazie Silvio

Il governo è allo sbando. Assistiamo a un'implosione della maggioranza ormai divisa su tutto. E in tutto questo nessun provvedimento serio e coraggioso per risollevare le sorti dell'Italia. Il paese va a picco ma guardando i sondaggi la gente non punisce abbastanza questa gentaglia che da più di quindici anni ci governa. Non c'è la percezione che Berlusconi e i suoi siano i principali protagonisti del declino italiano, del nostro immobilismo e del peso schiacciante del debito pubblico. Va bene la crisi internazionale, ma i numeri interni contano. E allora guardiamo un po' di questi numeri attraverso la tabella in basso (fonte Bloomberg), in cui si vede l'impatto dei governi degli ultimi vent'anni sul debito pubblico. A voi le conclusioni.
   

martedì, ottobre 04, 2011

Amanda, Giulia e Angelino.

Da ieri sera non si parla d'altro che dell'assoluzione dei due ormai famosi ragazzi per l'omicidio di Meredith Kercher. Io lascio tutti i commenti ad altri per soffermarmi su due aspetti di contorno. Il primo è che trovo scandaloso che un Deputato della Repubblica durante il suo mandato eserciti la propria professione, a maggior ragione se si occupa di questioni che necessitano un impegno totalizzante. Parlo di Giulia Bongiorno, parlamentare di Futuro e Libertà, che abbiamo visto impegnata e appassionata avvocato difensore di Raffaele Sollecito. Sembra che essere un parlamentare per molti sia quasi un hobby da esercitare nel tempo libero e la cosa onestamente fa piuttosto schifo. La seconda considerazione riguarda angelino Alfano, che argutamente si è chiesto:"e ora chi pagherà per i quattro anni di reclusione ingiustamente vissuti da Amanda e Raffaele?". Verrebbe tanto da chiedersi:"e invece chi pagherà per aver ridotto l'Italia in un cumulo di macerie?".