sabato, maggio 31, 2008

Sabato prossimo: Gay Pride.

Sabato prossimo, 7 giugno, a Roma si terra il Gay Pride, la manifestazione che pone l'attenzione sulle problematiche del mondo omosessuale, che si muoverà da piazza della Repubblica a piazza S.Giovanni (?). Chi ha letto i concetti più volte espressi di ma su questo blog sa che non potrei non esserci. E allora ho pensato di invitare tutti voi. Chi volesse partecipare può contattarmi su questo blog, via mail, telefonicamente (per chi ha il numero) o di persona. Sarà anche un utile esperimento sul livello dell'informazione in Italia. Qui lo scrivo e me ne darete ragione. Al ritorno dalla manifestazione, accendendo la tv vi sembrerà di essere stati in un altro luogo e in un'altra situazione. Provare per credere. E noi cercheremo di fare una piccola controinformazione. Aspetto le vostre adesioni.

giovedì, maggio 29, 2008

Riapriamo le Case Chiuse.

Devo dire che mi fa un certo effetto condividere il pensiero di Daniela Santanchè, punta di diamante de "La Destra". La questione è di quelle che (a quanto pare) scottano, la riapertura delle case di tolleranza, chiuse a causa della famigerata legge Merlin circa cinquant'anni fa. Lo spirito liberatorio per le donne di quella legge, si è rivelato invece semplicemente puritano. Cinquant'anni dopo, a che punto stiamo? La prostituzione è un fenomeno sempre più allarmante e invadente, soprattutto nelle grandi città, molto spesso accompagnato da una schiavitù selvaggia da parte dei protettori, che fanno arrivare in Italia ragazze straniere promettendo lavoro, ma offrendo in realtà solo ricatti e violenze. Mi fanno ridere le retate della polizia contro quelle disperate schiave moderne. Mi fa rabbia sentire da parte dei politici commenti che nulla hanno a che fare con la realtà, facendo finta che il vizio non esista, quando è stato dimostrato più volte che in quei palazzi ci sguazza con un certo piacere. E' tempo di riaprire la questione, con proposte serie e realistiche, lontani da scelte ideologiche e sulla strada della ricerca di una soluzione umana, che può passare, tra le altre cose, dalla riapertura delle case di tolleranza.

martedì, maggio 27, 2008

Una Nuova Resistenza?

Ho l'impressione che ciò che era certo ora non lo sia più.
Dovevamo essere la generazione che non avrebbe conosciuto la contrapposizione tra gli estremismi di destra e sinistra, ma ci troviamo nel pieno di una recrudescenza della violenza a sfondo politico (o, probabilmente, pseudopolitico). E la cassa di risonanza di questo movimento è costituita da Roma, che da molto tempo vive nella contraddizione di un popolo accogliente e aperto di natura, ma nello stesso tempo affascinato da idee autoritarie di estrema destra. Lo scossone causato dalle ultime elezioni comunali ha fatto saltare il tappo, liberando frange estremiste di destra dall’emarginazione culturale che meritano. Questa “euforia”, unita a una sensazione di una qualche impunità, o comunque tolleranza, ha spinto questi gruppi ad attuare praticamente azioni che molto ricordano quelle fasciste. Anzi, sono azioni fasciste. Probabilmente per loro è un complimento, ma per chi crede ed è cresciuto nella democrazia la parola fascismo equivale a un qualcosa di sporco, di basso, di cattivo.

Ho l'impressione che sia necessario non stare a guardare.
Che pena vedere gli squarci nella pelle degli studenti di Via De Lollis. Sono squarci che ognuno di noi dovrebbe sentire sulla propria schiena, perché attaccando loro, i fascisti hanno attaccato un pezzetto della nostra democrazia. Non si deve aver paura di esprimere le proprie opinioni, di attaccare un manifesto, di parlare liberamente. E’ nostro dovere difendere la nostra libertà, conquistata dai nostri nonni, trasmessa dai nostri padri, e che un giorno speriamo di poter consegnare ancora più ampia nelle mani dei nostri figli. E’ necessario indignarsi ad alta voce, partecipare alle proteste. E’ necessario non stare in silenzio. E’ necessario diventare veicoli di una cultura libera e sana. E’ necessario incazzarsi.

L’idea di quello che è successo a La Sapienza mi fa tremare dalla rabbia perché mi sento un po’ “figlio” di questa istituzione. Quei luoghi hanno rappresentato e rappresentano la formazione e la cultura di migliaia di persone, in tutti i campi del sapere. L’Università è il simbolo dello scambio di opinioni e della circolazione delle idee in libertà. L’attacco di questi barbari ci offende ma non deve farci paura. La foto che vedete l’ho scattata qualche ora fa. E’ l’ingresso principale della città universitaria. Speriamo di non dover vedere mai più queste immagini.

lunedì, maggio 26, 2008

Discriminazione.

Nelle scorse settimane si è fatto un gran parlare (anche su questo blog) della posizione espressa dal ministro Carfagna a proposito del Gay Pride, facendo di fatto passare in secondo piano tutta quella serie di problematiche relative alla discriminazione degli omosessuali. Il ministro allora se la cavò dicendo che anche lei ha amici omosessuali, ma che stanno benissimo e non soffrono di alcuna restrizione sociale. Ovviamente tutti coloro che hanno espresso pareri contrastanti con i suoi (e della sua parte politica) sono stati additati come i soliti comunisti che remano contro il ministro a prescindere. Quando si parla, bisogna dare il giusto peso alle parole, così vi riporto la definizione di due parole magiche (Wikipedia):

Discriminazione
: è il trattamento non paritario attuato nei confronti di un individuo o un gruppo di individui in virtù della loro appartenenza ad una particolare categoria.
Omofobia: un insieme di atti e di comportamenti avversi all'omosessualità o alle persone omosessuali.

Oggi un ragazzo di 18 anni è stato accoltellato dal padre, solo perchè si è dichiarato omosessuale. Il padre ha dichiarato "Non ci ho visto più. Troppo la vergogna e il disonore per questa storia". Purtroppo questa situazione di violenza non è un caso isolato e in molti si vergognano a denunciare gli aggressori, che troppo spesso si nascondono tra le mura domestiche. Spero che il ministro torni sui suoi passi, abbandonando i pregiudizi ideologici, e dia il giusto peso a una delle forme di discriminazione latente più presenti nel nostro paese.

venerdì, maggio 23, 2008

Gomorra.

Ieri sera ho visto al cinema "Gomorra" di Matteo Garrone, il film tratto dall'omonimo libro di Roberto Saviano. Premetto che ancora non ho avuto il tempo di leggere il libro per motivi di tempo, ma presto rimedierò. E' veramente un bel film, che fa emergere la crudeltà della camorra senza eccedere con le scene violente, ma puntando sugli aspetti personali e sociali dei protagonisti e della città di Napoli. Le storie si intrecciano perfettamente e toccano vari aspetti dell'inquinamento camorristico di un territorio ormai da troppo tempo abbandonato dallo Stato. Ed è proprio questo abbandono a rendere potente la camorra, alla quale ci si rivolge per la casa, il lavoro e addirittura la protezione. Questo mix di storie, immagini e musica sono un pugno nello stomaco. Andatelo a vedere, ne vale la pena.

martedì, maggio 20, 2008

Omofobia Non Troppo Latente.

Come sappiamo, giustamente, l'incarico concesso a Mara Carfagna di dirigere il Ministero per le Pari Opportunità ha suscitato molte perplessità. Si è detto, sempre giustamente, che bisognava aspettare i fatti, che le critiche a priori non vanno bene e così via. Ed ora un fatto c'è, ed è bello grosso e ingombrante. Si parla di omosessualità. Solo i miopi gravi non sanno che in Italia la codizioni degli omosessuali soffre di una discriminazione latente, quando non espressamente dichiarata. Abbiamo assistito negli anni ad aggressioni, intimidazioni, a casi di suicidio per disperazione, a cosiddetto bullismo, a qualsiasi tipo discriminazione. Ma per la Carfagna questo mondo non esiste, così ha motivato la scelta di non patrocinare il prossimo Gay Pride, sostenendo che gli omosessuali non fanno parte delle categorie tutelate dal suo Ministero, in quanto non esiste alcun tipo di discriminazione e disparità sociale. Ha detto che ha amici omosessuali e che questi vivono in tranquillità e senza problemi la loro omosessualità. Le credo fermamente, ma dimentica che il mondo reale non è solo quello dello spettacolo. Per analogia, non si può sostenere che in Italia le donne hanno parità di trattamento nel lavoro solo perchè le sue amiche dello spettacolo guadagnano bene, possono andare in maternità e così via. Speriamo che qualcosa cambi, perchè temo che questo tipo di atteggiamento possa provocare una qualche leggittimazione degli atti di violenza (fisica e psicologica) nei confronti di una categoria socialmente più debole.

sabato, maggio 17, 2008

Pillole di Memoria - Eugenio Colorni

Passeggiando per le vie delle nostre città, capita di notare delle lapidi sparse quà e là, sui muri dei palazzi o a bordo strada. Solitamente l'approccio più caloroso è dato al più da un'occhiata distratta. Con questo post vorrei ricominciare a parlare di tutti quei nomi che si portano dietro una vita che molto spesso coincide con un pezzo più o meno grande della nostra storia. Ovviamente è ben accetto ogni vostro contributo. Questa idea mi è venuta dopo essermi soffermato su una lapide posta in Via Livorno (nella foto), più volte oggetto di devastazione da parte di gruppi neofascisti. La targa è a nome di Eugenio Colorni, di cui vi riporto la biografia.

Filosofo e docente. Nasce a Milano nel 1909 da famiglia ebraica mantovana. Dopo gli studi al Liceo-Ginnasio "Manzoni" di Milano, nel 1926 si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Milano, dove segue le lezioni di G.A.Borgese e di P. Martinetti, con cui si laurea nel 1930 con una tesi su Leibniz. Dopo un giovanile entusiasmo per il sionismo, aderisce all'antifascismo militante, collaborando con "Giustizia e libertà". Dopo gli arresti del 1935, prende contatto con il Centro interno socialista, di cui diviene uno dei maggiori responsabili. Arrestato nel 1938, è confinato a Ventotene, dove stringe amicizia con Altiero Spinelli e Ernesto Rossi e aderisce alle idee federalistiche. Partecipa alla stesura del Manifesto europeista di Ventotene, nell'agosto del 1941. Il manifesto è diffuso grazie a Colorni che trasferito da Ventotene a Melfi di Puglia, nel maggio del '43 riesce a fuggire, dandosi alla vita clandestina. Il 27 agosto del 1943 a Milano, in casa di un grande scienziato, Alberto Mario Rollier, Colorni insieme a Spinelli è tra i fondatori del Movimento Federalista Europeo, che si propone di diffondere le idee contenute nel Manifesto. Rientrato a Roma, riprende il lavoro politico collegandosi al ricostituito Partito Socialista di Unità Proletaria. Dopo l'8 settembre è capo redattore dell'Avanti! e organizzatore del centro militare del partito. Ferito da una pattuglia della Banda Koch il 28 maggio 1944, muore due giorni dopo all'Ospedale San Giovanni di Roma, all'età di 35 anni.


Su questo link trovate una biografia più completa, dal sito dell'ANPI:

http://www.anpi.it/uomini/colorni_eugenio.htm

venerdì, maggio 16, 2008

Se li conosci li eviti?

Ieri sera bella puntata di Annozero sui temi legati all'immigrazione, dal titolo "Se li conosci li eviti?". Il bel reportage di Stefano Maria Bianchi, girato nella provincia romagnola, ha mostrato una realtà che dimostra la mia teoria sulla percezione della sicurezza della gente. La gente comune intervistata per strada dice di non farcela più con tutti questi stranieri, ma alle domande relative ai fatti concreti che avvengonoin quelle zone, candidamente ammettono "Per carità, qui non si ruba neanche un portafoglio!". Dal quadro emerge una situazione di intolleranza alla vista dell'extracomunitario, un po' come succedeva (e sono gli intervistati a dirlo) con i meridionali fino a qualche anno fa (e in parte tutt'ora). Che rabbia vedere un popolo come il nostro, che per decenni si è mantenuto grazie al sacrificio dei propri emigrati sparsi in mezzo mondo, guardare all'immigrato come a due braccia, prive del rsto della persona. Li vorremmo così. Il giorno a sudare nelle nostre fabbriche, nei campi, nei cantieri con i nostri anziani (producono una ricchezza pari a oltre il 9% del PIL), per poi farli sparire alla nostra vista, come se non esistessero più nel resto del tempo. Ciò che sta scatenando questa situazione nel nostro Paese è un profondo senso utilitarista della vita umana, che è anche padre delle numerose derive personali e sociali del nostro tempo.

Ma oltre al tema molto intenso dell'immigrazione, ieri abbiamo potutto assistere al tentativo di discreditamento di Marco Travaglio, da parte di Roberto Castelli. Tentativo miseramente fallito. Travaglio è un osso duro ed è riuscito a trasformare l'accerchiamento (infame) nei suoi confronti in staffilate all'accusatore. Vi riporto il video di un pezzo di trasmissione.

martedì, maggio 13, 2008

Se li conosci li eviti.

Lo spettacolo a cui stiamo assistendo dopo l'intervista di Fazio a Marco Travaglio ha dell'incredibile. Già, è sempre lui. Un'atmosfera che ricorda vagamente quella del 2001, che si condensò nel famigerato "editto bulgaro" dell'allora (come oggi) neopremier Berlusconi. Allora ne fecero le spese il compianto Enzo Biagi, il comico Luttazzi e Michele Santoro. Ma, tornando al recente accaduto, vorrei soffermarmi sulle mteivazioni che hanno scatenato il putiferio. Marco Travaglio, nel suo ultimo libro "Se li conosci li eviti", scritto con Peter Gomez, ha stilato una lista di uomini politici completa di "curriculum", dando bacchettate a destra e a sinistra e promuovendone alcuni della scorsa legislatura (non rieletti). Nell'intervista di domenica, a un certo punto si è affrontato il discorso dei giornalisti in Italia, così Travaglio ha cominciato a sparare a zero (giustamente) sul sistema dell'informazione italiana che premia i giornalisti servi dei politici. Così, per fare un esempio di servilismo, si è chiesto perchè nessun giornalista abbia mai pensato di informare la gente sulle amicizie in odore di mafia del Presidente del Senato, Schifani. Apriti cielo, valanghe di critiche da destra e da sinistra. Il solito ignobile spettacolo. Tutti pronti a falciare Travaglio, ma nessuno pronto a raccogliere il messaggio del giornalista. E il popolo? Il popolo dorme? Non sa? Non vuole sapere? O ancora peggio, immagina ma sotto sotto giustifica? Certo è che non tira una buona aria.


p.s. Questa è la scheda su Schifani, presente sul libro incriminato.

Schifani Renato Giuseppe (FI) Anagrafe Nato a Palermo l’11 maggio 1950. Curriculum Laurea in Giurisprudenza; avvocato; dal 2001 capogruppo di FI al senato; 3 legislature (1996, 2001, 2006). Soprannome Fronte del Riporto. Segni particolari Porta il suo nome, e quello del senatore dell’Ulivo Antonio Maccanico, la legge approvata nel giugno del 2003 per bloccare i processi in corso contro Silvio Berlusconi: il lodo Maccanico-Schifani con la scusa di rendere immuni le «cinque alte cariche dello Stato» (anche se le altre quattro non avevano processi in corso). La norma è stata però dichiarata incostituzionale dalla consulta il 13 gennaio 2004. L’ex ministro della Giustizia, il palermitano Filippo Mancuso, ha definito Schifani «il principe del Foro del recupero crediti», anche se Schifani risulta più che altro essere stato in passato un avvocato esperto di questioni urbanistiche. Negli anni Ottanta è stato socio con Enrico La Loggia della società di brookeraggio assicurativo Siculabrokers assieme al futuro boss di Villabate, Nino Mandalà, poi condannato in primo grado a 8 anni per mafia e 4 per intestazione fittizia di beni, e dell’imprenditore Benny D’Agostino, poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo il pentito Francesco Campanella, negli anni Novanta il piano regolatore di Villabate, strumento di programmazione fondamentale in funzione del centro commerciale che si voleva realizzare e attorno al quale ruotavano gli interessi di mafiosi e politici, sarebbe stato concordato da Antonino Mandalà con La Loggia. L’operazione avrebbe previsto l’assegnazione dell’incarico ad un loro progettista di fiducia, l’ingegner Guzzardo, e l’incarico di esperto del sindaco in materia urbanistica allo stesso Schifani, che avrebbe coordinato con il Guzzardo tutte le richieste che lo stesso Mandalà avesse voluto inserire in materia di urbanistica. In cambio, LaLoggia, Schifani e Guzzardo avrebbero diviso gli importi relativi alle parcelle di progettazione Prg e consulenza. Il piano regolatore di Villabate si formò sulle indicazioni che vennero costruite dagli stessi Antonino e Nicola Mandalà [il figlio di Antonino che per un paio d’anni ha curato gli spostamenti e la latitanza di Bernardo Provenzano, nda], in funzione alle indicazioni dei componenti della famiglia mafiosa e alle tangenti concordate. Schifani, che effettivamente è stato consulente urbanistico del comune di Villabate, e La Loggia hanno annunciato una querela contro Campanella. Assenze 321 su 1447 (22,2%) missioni 20 su 1447 (1,4%). Frase celebre «Li abbiamo fregati!» (dopo l’approvazione della legge sul legittimo sospetto, che doveva servire per spostare i processi contro Berlusconi e Previti da Milano a Brescia, 1° agosto 2002). «In vacanza alle isole Eolie, Renato Schifani, in compagnia di alcuni amici, ha dovuto aspettare per un’ora di fila che si liberasse un tavolo in un ristorante del centro di Lipari. Il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama ha pazientemente atteso il proprio turno, senza sollevare alcuna obiezione e senza pretendere un trattamento di favore» (comunicato ufficiale dell’ufficio stampa del sen. Schifani, 15 agosto 2006 ). «Rita Borsellino sfrutta il nome del fratello per fini politici» (12 settembre 2003). «Sono un sessantottino, ho partecipato anch’io alle occupazioni. Sto dedicando la mia vita a lui, io credo molto in Silvio Berlusconi (...) Mi sono innamorato di Berlusconi perché ho visto in lui quella naturalezza e genuinità della politica che non avevo visto in passato. È un grande stratega e un grande leader» («Libero», 29 luglio 2007 ). «Oggi Cuffaro ha ripreso saldamente in mano il timone di una Sicilia che già è cresciuta così come i dati sul Pil e sulla disoccupazione ai minimi storici ci indicano. Dobbiamo anche riconoscere al governatore siciliano che è stato e continua ad essere l’unico garante della unitè della coalizione, risultato questo che, in un sistema maggioritario, è garanzia di stabilità e quindi di quella risorsa fondamentale per lo sviluppo che è la governabilità di un territorio. Forza Italia sarà al suo fianco in questa nuova fase di governo della Regione per sostenere quella linea riformistica che è alla base del proprio credo politico» (dopo la condanna di Cuffaro a 5 anni per favoreggiamento, Agi, 19 gennaio 2008 ).

venerdì, maggio 09, 2008

Ciao Peppino.

Chissà cosa pensa da lassù guardando la manifestazione antimafia di oggi a Cinisi, alle porte di Palermo. Sto parlando di Peppino Impastato, l'attivista di Democrazia Proletaria trucidato 30 fa dalla mafia. La sua lotta politica e sociale lo portò ad essere ucciso su ordine diretto di Tano badalamenti, nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1978. E dopo 30 anni i famosi cento passi, che hanno dato spunto per il titolo dell'omonimo film, sono stati percorsi da circa 6000 manifestanti. Cento passi che scottano come fuoco sulla pelle viva. I cento passi che separavano la casa di Peppino con quella del boss Badalamenti. Non so veramente cosa penserà, se sarà contento di vedere molte persone (non abbastanza) che si espongono personalmente contro la mafia o, più probabilmente sarà triste perchè dopo 30 anni la mafia è ancora lì, più potente che mai. Che amarezza poi, vedere il nostro Stato imbottito di gente potente che somiglia troppo ai suoi carnefici. Da parte nostra possiamo solo vedere in lui un punto di riferimento, un esempio e un motivo in più per continuare la sua lotta, cominciando dal nostro piccolo, senza la necessità di gesti e azioni eclatanti. 30 anni fa io ancora non c'ero, eppure sento che Peppino mi manca, manca a tutti noi.

giovedì, maggio 08, 2008

Mara for President.

Il governo è fatto. E purtroppo si sono materializzati i miei timori sulle nomine dei ministri. Ieri sera, mentre davo un'occhiata ai personaggi che ricopriranno queste fondamentali cariche dello Stato ho avuto un senso di smarrimento. Escludendo i soliti noti Tremonti, Letta, Frattini e compagnia bella, che comunque non destano scalpore, le vere chicce sono Mara Carfagna, i bossisti vari e Bondi (avete capito bene, Bondi). Cominciamo proprio da Bondi. Aprite le orecchie. L'unico politico di destra che è riuscito a perdere alle scorse elezioni (Carrara) è stato nominato inistro per i Beni Culturali. Dei bossisti vari ho la nausea solo a parlarne, visto che il giorno prima si pulirebbero il culo con la bandiera italiana e il successivo giurano fedeltà alla Repubblica. Poi la novità assoluta costituita da Mara Carfagna. Dopo la conversione sulla via di Arcore, la soubrette (di cui si riporta la foto istituzionale) è arrivata con una certa semplicità alla guida del Ministero per le Pari Opportunità.

lunedì, maggio 05, 2008

Italia Violenta.

E' brutto, a volte, vedere in qualche modo confermate alcune impressioni relative alla nostra società. Io, notoriamente, sono quello che si indispettisce quando nei servizi di cronaca dei tg catalogano i malviventi per nazionalità. E' troppo forte in me la certezza che un criminale è sempliemente un criminale, senza nazionalità, perchè non esiste una nazionalità criminale. E poi soprattutto perchè sono convinto che dare la colpa delle violenze ad "estranei" alla comunità sia una buona scusa per illuderci di essere puri, cosa che è difficile da credere. La verità è che la violenza è n fenomeno sempre più strisciante. E' dico strisciante perchè non è mai scomparsa, ma è da un po' di tempo che la consideriamo una cosa estranea agli italiani, al massimo roba da meridionali. E invece no. Bisogna scendere sulla terra. La violenza sul giovane a Verona è solo un esempio, ma non è assolutamente l'unico. Certo, colpisce l'appartenenza dei coinvolti ai gruppi neonazisti veneti (sempre agli illusi, intendo). Probabilmente qualcuno comincerà il solito balletto giornalistico, con tutti i risvolti dell'accaduto, ma poi la questione sarà archiviata come tutte le altre volte, perchè intanto ci sarà qualche altro osso da spolpare. Come dico sempre occorre vigilare. Vigilare su questi gruppi, sul neofascismo/neonazismo in ascesa, ma soprattutto sulla violenza quotidiana.

giovedì, maggio 01, 2008

Chi ben comincia...

In questi primi giorni di nuovo mandato politico osserviamo, interessati, al comportamento delle nuove cariche elette. Piacevoli sorprese e vecchi pregiudizi confermati. Cominciamo con la notizia positiva. Mi è piaciuto molto il riferimento che Gianfranco Fini, appena eletto Presidente della Camera dei Deputati, alle ricorrenze del 25 aprile e del primo maggio, come feste di tutti e non di una parte sola dell'Italia. Ora qualcuno dovrebbe spiegarlo a tutta quella gente ancora fossilizzata dal neofascismo, alcuni dei quali sono stati pronti a festeggiare la vittoria di Alemanno a Roma sfoderando un idiota saluto romano sulle scale del Campidoglio. Ed ecco le dolenti note. Neanche il tempo di esultare nel barbaro modo che si vede in foto e già si comincia con le idee assurde. Oggi è toccato alla teca dell'Ara Pacis, progettata dall'architetto Richard Meier, che nelle intenzioni del neosindaco dovrà essere eliminata. Ma come può venire in mente di cancellare un'opera architettonica della città, per quanto criticabile, per una questione di gusto personale o di partito? Lo capiscono questi signori che è come strappare la tela di un quadro, soltanto perchè non piace al direttore del museo? O come bruciare un libro perchè non ci ha appassionato? Io trovo in queste intenzioni una barbarie inaudita, una rozzezza di fondo. Teniamoci stretta la cultura e lottiamo per renderla usufruibile da parte di tutti. E' una battaglia da vincere.