Che vergogna, che rabbia. Povera Italia, trasformata in oggetto di scherno da parte dei presidenti francese e tedesco all'ultimo vertice dell'Unione Europea di Bruxelles. Tutta colpa della cialtroneria di un governo-non governo che ogni giorno ci spinge verso il baratro, mentre una buona parte del popolo ancora sostiene il suo leader. Che amarezza vedere la scena di Sarkozy e Merkel improvvisati intrattenitori che stracciano ogni forma istituzionale, che tristezza sentire le risate della stampa internazionale. E penso ai tanti italiani che hanno costruito l'Italia con la "I" maiuscola, a quelli che hanno trascinato gli altri Paesi nel sogno europeista, a quelli che ogni giorno si confrontano con le loro aziende con il mercato globale in maniera brillante, ai ricercatori che arricchiscono i curricula delle università italiane e (soprattutto) straniere, agli studenti brillanti che dimostrano il loro valore con i loro pari in giro per l'Europa, agli emigrati che hanno saputo costruire dal nulla imprese e fortuna. Che tristezza vedere come possa suscitare ilarità il nostro Paese, soprattutto se a farlo sono due capi di stato che di certo non hanno brillato per capacità di gestione della crisi. Merkel e Sarkozy sono tra i responsabili dell'escalation della crisi europea, simbolo di una destra che ha messo da parte il sogno europeista per ripiegare sulle logiche di interesse particolare. Mi chiedo quando capiranno che solo un'Europa più forte e unita politicamente potrà dare al suo popolo prospettive di progresso. Povera patria, diceva Battiato, ma non basta. Oltre che povera è anche colpevole. Colpevole di aver permesso tutto questo, di essere indifferente, di aver lasciato correre, di aver ceduto il bene comune in cambio del tornaconto personale.
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