Come è avvenuto per Saddam, anche la fine di Gheddafi non ha suscitato in me sentimenti di soddisfazione. Tutt'altro. Certo, le due situazioni sono totalmente differenti. La prima è che Saddam fu catturato, giudicato e poi ucciso, mentre Gheddafi è stato eliminato nei contorni di un'azione di guerra.
Non voglio fare la parte del borghese non violento con la pancia piena, comprendo l'odio stratificato in anni di violenze e umiliazioni, però non riesco a convincermi che l'uccisione del tiranno sia l'espressione più piena della giustizia. Proprio non ci riesco. Le immagini di Gheddafi sanguinante e stordito circondato dai tanti uomini che ammirano lo spettacolo della sua paura e sofferenza mi provoca un senso di orrore. Nonostante la barbarie perpetrata da quell'uomo per decenni. Credo che la sua uccisione sia una copertura per proteggere i suoi collaboratori più stretti che oggi sono passati dalla parte dei ribelli, quelli che materialmente hanno in questi anni ordinato massacri e violenze di ogni genere. Credo che un processo giusto avrebbe consentito di determinare con più esattezze le colpe del regime per consegnare alla storia la fotografia reale di quello che è accaduto. Si è persa un'occasione, sia per la ricerca della verità e della giustizia, sia perchè il prossimo governo della Libia sarà probabilmente formato da gente che con Gheddafi si è arricchito e che con lui ha condiviso tutte le peggiori azioni compiute verso il popolo libico.
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