domenica, settembre 11, 2011

11 Settembre 2001. Cosa ci resta?

Ricordo ancora quell'11 settembre 2001, che già per me rappresentava una data importante. Ero su un treno quel giorno, stavo iniziando la mia nuova vita a Roma tra tanti pensieri. Le speranze e le paure di chi inizia una carriera universitaria da fuori sede molti di voi le conoscono bene. E nel bel mezzo del viaggio arrivò a mio fratello un sms sconcertante, così ci attaccammo alla radiolina per seguire la situazione tra l'incredulità generale. Quel giorno non cambiò soltanto la mia vita, ma cambiò il mondo intero. 
Ed ora, a dieci anni dagli attentati, cosa ci resta? Sicuramente gli attentati alle torri hanno smontato il mito americano dell'invulnerabilità, generando paura ma anche l'apertura di una stagione di politica internazionale basata sull'aggressione ai cosiddetti "stati canaglia", con la teorizzazione della loro distruzione. E in questa situazione hanno avuto buon gioco i falchi repubblicani americani, quelli dal grilletto veloce e dal cervello lento, che hanno di fatto abbandonato la diplomazia per rifugiarsi nella più redditizia violenza. Per l'industria delle armi l'11 settembre rappresenta l'inizio di un nuovo boom economico. E poi la paura ben alimentata dagli organi di stampa ha fatto il resto. Ancora ricordo in metropolitana la gente che cercava di stare il più possibile distante dalle persone che avevano tratti somatici mediorientali (può fare ridere, ma il mio primo periodo a Roma è stato costellato da innumerevoli accertamenti per strada da parte della polizia. Bastavano i miei capelli ricci fitti, la barba e un'abbronzatura calabrese per insospettire chiunque) e il montare del sospetto verso l'islam. Pensateci, è da allora che sono nate tutte le battaglie contro la costruzione delle moschee e che l'uso della paura dell'islam è stato usato per fini elettorali. Si, l'11 settembre ci ha lasciato dei germi di xenofobia, che sono stati sfruttati cinicamente dalle destre di tutto l'occidente, aprendo una spirale di chiusura reciproca che si è conclusa con un localismo spinto. Infine, probabilmente la cosa più importante, nei dieci anni passati dagli attentati al WTC abbiamo assistito alla fine della supremazia assoluta dell'occidente. L'attacco subito, la gestione delle guerre e la politica diplomatica hanno segnato una nuova fase politica mondiale. Il declino degli USA e dell'Europa e l'affacciarsi di nuove potenze ha dato il via a una nuova visione del mondo in senso multipolare. Questo cambiamento già in atto prevede necessariamente un cambio di mentalità da parte degli occidentali, ma la strada è ancora lunga.  

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