giovedì, settembre 01, 2011

Un irrefrenabile bisogno di pulizia.

E' inutile nasconderlo, il caso Penati sta assumendo dei contorni scomodi e fastidiosi. Lo dico da convinto militante del suo stesso partito. Si parla di tanti soldi, di affari, contratti, appalti. Non sono una verginella, la politica ha una componente di questo tipo, ma i bravi politici nel senso di servitori dello stato devono trovare il giusto equilibrio tra le spinte del potere economico e l'interesse collettivo, di cui devono farsi carico. E non ci sono prescrizioni e robe del genere per chi tradisce il patto tra sè e il popolo. Bisogna farsi da parte e in caso contrario il partito deve prendersi carico dell'eventuale allontanamento del servitore infedele. Oggi i tempi della politica sono troppo ristretti rispetto a quelli della magistratura, per cui può rivelarsi necessario qualche strappo al garantismo puro, nel senso che un politico non deve essere giudicato soltanto dalle leggi dello stato, ma deve rispondere a dei requisiti morali certamente più restrittivi rispetto ad esse. Perchè un partito politico, soprattutto il PD, non può accollarsi la vergogna che già solo il sospetto può provocare. E' una questione di credibilità, l'arma che fa la differenza per vincere e governare. Non voglio occuparmi degli aspetti processuali, però politicamente dico che più che un passo qui bisognerebbe fare un salto indietro, per il bene del partito, della gente che ci mette l'anima, dell'alternativa che vogliamo rappresentare, quindi per l'Italia.

1 commento:

Carlo Di Carlo ha detto...

Non sono d'accordo sulla ineluttabilità della componentedi questo tipo.
Basta avere sempre presente " a chi giova ? Ai più sfuttati, ai tartassati dalla vita e/o sistema, oppure ame personalmente, ai miei amichetti, oforse può essere, al partito? La differenza tra noi PD e altri sta nel tipo di risposta.
saluti democratici, carlo.
Non sono una verginella, la politica ha una componente di questo tipo, ma i bravi politici nel senso di servitori dello stato devono trovare il giusto equilibrio tra le spinte del potere economico e l'interesse collettivo, di cui devono farsi carico.