Tra gli indicatori del progresso culturale di un paese, c'è sicuramente la cura che la società ha nei confronti delle nuove generazioni, della loro crescita personale e culturale. E' la scuola il terreno in cui si semina il futuro di ogni Paese ed è per questo che rappresenta lo specchio della direzione intrapresa. Tralasciando per un momento l'opera di demolizione della didattica attuata da questo governo, cosa dire allora della situazione in cui versano gli edifici scolastici? Un'inchiesta di Repubblica svela dei dati agghiaccianti: il 30% degli edifici scolastici, cioè 12mila complessi sono stati catalogati in uno studio congiunto dei Ministeri dell'Istruzione e dell'Economia, come edifici a rischio. E si tratta di rischio di ogni genere, da quello sismico a quello strutturale in genere, dai problemi di tipo igienico-sanitario alla presenza di amianto, passando per la presenza di impianti pericolosi e batìrriere architettoniche. Una situazione disastrosa. Mi chiedo allora, che Paese è un Paese che non si prende cura dei propri figli? Che non si preoccupa della loro sicurezza? L'Italia tutto dimentica e dorme serena, salvo poi svegliarsi sgomenta davanti alle tragedie che si consumano a causa della sua abulìa.
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