Oggi ricorre il centesimo anniversario del primo campo estivo per ragazzi, organizzato per 20 giovani da sir Robert Baden Powell sull'isola di Brownsea, in Inghilterra. Da quel campeggio partì la grande avventura dello scoutismo che, con entusiasmo sempre crescente, è arrivato ad ogni angolo della terra. Ma lo scoutismo non è solo campismo. E' soprattutto un metodo educativo, mirato a far crescere il bambino-ragazzo-giovane-adulto nel segno della non omologazione alla cultura dominante, all'attenzione verso l'altro, all'amore per la natura e per l'uomo. E poi, da un secolo ormai, permette a tanti ragazzi di conoscere altre realtà, di uscire dal guscio e, come ricordava il titolo del Capitolo Nazionale nel 2000, osare il futuro. Mi rendo conto di essere di parte, avendo vissuto tutte le tappe giovanili del percorso scoutistico, da quando ero un nanerottorlo (in realtà non sono mai stato un nano, e chi mi conosce lo sa...) a quando ho iniziato l'università, ma lo scoutismo offre tanto, tantissimo, in termini di opportunita di crescita personale. Non fidatevi dell'immagine dello scout presente in tutti i film, che gode come un cretino a stare in pantaloncini a gennaio, a -10°C, c'è molto, molto di più. Quello che sono oggi è il prodotto anche dell'educazione che ho ricevuto nei tanti anni di appartenenza alla famiglia scout, un'appartenenza che non potrà mai essere interrotta, perchè come dice una frase molto vera, una volta scout, sempre scout.
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