In questi giorni le notizie passate dai telegiornali di frane e allagamenti in Calabria lasciano allo spettatore la sensazione dell'eccezionalità di una situazione catastrofica. Ma la verità, purtroppo, è un'altra. La Calabria ha per sua natura un territorio molto accidentato, con promontori che si staccano con decisione e ripidità dalle valli, spesso strette. Questa caratteristica, unita alla presenza di molte fiumare, richiede una grande attenzione per ciò che concerne le scelte urbanistiche e costruttive di edifici e infrastrutture. Ma in Calabria troppo spesso il buon senso è schiacciato dall'ignoranza e dalla malafede di gente che non riesce a capire cosa sia davvero giusto, che si compiace della riuscita di una "furbizia" ai danni della collettività. Gente così stupida da non capire che anche i propri figli fanno parte di quella collettività che calpestano. E poi arrivano le istituzioni, quelle con la "i" minuscola, pronte ad ogni tipo di nefandezza, e che godono dell'appoggio di quella parte di popolazione serva a causa di compromessi. Ed io, da Calabrese che assiste a questo sfascio dall'esterno, non posso che chiedere allo Stato di non intervenire con procedure di emergenza. Chiedo di lasciare ufficialmente i Calabresi a sè stessi. Troppe volte le "i"stituzioni hanno dato aiuti di facciata, stanziando una marea di fondi che conoscevano già la strada delle tasche che avrebbero dovuto ospitarli. E' il momento di cambiare, di assumersi le proprie responsabilità. La responsabilità è una condizione necessaria per lo sviluppo economico e culturale della Calabria. Chiudere i rubinetti dei finanziamenti statali per le emergenze sarebbe un utile elettroshock.
2 commenti:
coraggioso! grande cesare
concordo con te...e sono sempre più convinto che sei un calabrese molto atipico.
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