Grande eco sta avendo nelle ultime settimane la battaglia antiabortista portata avanti da Giuliano Ferrara e dal movimento da lui fondato, Pro life. L'argomento è di quelli che scottano, di quelli di cui non bisognerà mai smettere di discutere e approfondire, anche alla luce dei notevoli sviluppi della medicina e delle sue applicazioni nell'individuazione delle malattie dell'uomo, già dallo stato di feto. L'aborto come l'eutanasia, giustamente, ci interrogano ogni giorno in modo sempre più impegnativo, in quanto coinvolgono il significato stesso che la società dà alla vita, l'inizio ma anche la sua fine. Risulta dunque evidentemente chiaro che quando si parla di vita è disastrosamente sbagliato porre le questioni in forma partitica, proprio quello che ha fatto Ferrara. Trovo orribile che in questa campagna elettorale si parli di aborto e della legge 194, quella che regolamenta tale materia, una conquista della nostra società. Mi chiedo cosa significhi un partito Prolife. Che tutti gli altri sono contro la vita? Veramente, non riesco a capire. L'unica cosa che mi viene in mente (cattiva) è che si cerchi di rosicchiare qualche voto cattolico dopo l'uscita dell'UDC dalla destra. Lo so, sono troppo cattivo, ma come dice Andreotti "a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca".
1 commento:
se vi va andate a leggere questa lettera aperta scritta da un ex feto malato indirizzata a Ferrara.
http://blog.panorama.it/italia/2008/02/18/caro-giuliano-ferrara-la-lettera-di-anita-ex-feto-malato/
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