lunedì, febbraio 11, 2008

Waterboarding all'Americana.

Qualche giorno fa ho letto su peacereporter.net un articolo di Alessando Ursic, dal titolo "Non è acquapassata", che è un reportage sulla pratica del waterboarding da parte degli americani. Il waterboarding è una tortura basata sull'annegamento artificiale. Vi riporto il pezzo.
Le dichiarazioni. “Nessuna ipotesi è da escludere”, ha detto il portavoce Tony Fratto durante un'udienza della commissione del Senato per l'intelligence. Bush potrebbe considerare l'idea di autorizzare tecniche di interrogatorio come il waterboarding in casi estremi, come per esempio quando “si crede che un attacco sia imminente”. Una versione diversa da quella del direttore della Cia Michael Hayden, che martedì aveva specificato come l'utilizzo dell'annegamento simulato nel 2002 e nel 2003 si collocava in un contesto che ora non c'è più. “E' una macchia nera sugli Stati Uniti”, ha detto la senatrice democratica Dianne Feinstein, membro della commissione. “La Casa Bianca sta provando a tenersi un campo il più aperto possibile. Sta dicendo agli altri che siamo pronti a usare gli stessi metodi utilizzati dai regimi più repressivi e più orrendi”.
Questione riaperta. La mossa della Casa Bianca riapre una questione che a Washington si credeva chiusa da tempo. Dal 2005, il Congresso ha approvato due leggi – il Detainee Treatment Act e il Military Commissions Act – che vietano l'uso di metodi estremi di interrogatorio, impegnando gli ufficiali statunitensi a rispettare la Costituzione e le Convenzioni di Ginevra in materia di trattamento dei prigionieri; e il wateboarding è vietato anche dal nuovo manuale di comportamento dell'esercito. L'amministrazione Bush si era poi mantenuta ambigua in materia. La Casa Bianca sosteneva che discutere sui metodi di interrogatorio della Cia avrebbe solo aiutato i nemici degli Usa. Un mese fa, il segretario alla Giustizia Michael Mukasey ha evitato di definire illegale il waterboarding, ammettendo però che lo considererebbe una forma di tortura se la vittima fosse lui.
Tutti i candidati contro Bush. Ma le cose potrebbero presto cambiare. Il Congresso sta valutando una proposta di legge che obbligherebbe la Cia a rispettare le regole di interrogatorio del manuale dell'esercito: il provvedimento è già passato alla Camera e sta per andare al Senato, ma Bush ha minacciato di porre il veto. Soprattutto, il dibattito sulla questione è entrato a far parte della campagna elettorale per le prossime presidenziali, e tutti i candidati rimasti hanno opinioni opposte rispetto a quelle di Bush. In campo democratico, sia Barack Obama sia Hillary Clinton dichiarano di voler dare una svolta netta alla politica dell'attuale amministrazione, perché sta danneggiando l'immagine del Paese all'estero. Ma anche quello che sarà il probabile candidato repubblicano, John McCain, ha sempre protestato contro i metodi di interrogatorio usati dalla Cia. McCain, che è stato prigioniero di guerra in Vietnam per cinque anni e mezzo ed è stato torturato lui stesso (ancora oggi non può alzare il braccio destro), si è sempre battuto al Senato per mettere fuorilegge il waterboarding e altre pratiche estreme. Comunque vada a finire, molti analisti ritengono che la Cia eviterà di ricorrere di nuovo all'annegamento simulato. Perché i suoi agenti sanno che, dal prossimo gennaio, la nuova amministrazione potrebbe prendere provvedimenti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...gli americani hanno uno strano concetto di democrazia...

Anonimo ha detto...

Vergogna!!non si può dire altro!