Da qualche giorno il tema preferito dei giornali è la crisi mondiale dell'economia. Addirittura la giornata di oggi ha fatto pensare a un nuovo, devastante, 1929. Purtroppo questi stessi giornali in questi anni hanno troppo spesso preferito tralasciare le tematiche relative allo sviluppo economico sostenibile. Tralasciando le tematiche relative alla salvaguardia dell'ambiente e dei diritti umani, che sono dei macigni, sono stati ampiamente ignorati i risvolti della finanza, troppo spesso creativa, con i relativi possibili problemi. Non è vero che il nostro capitalismo sia il modello economico-sociale vincente, quello che più di ogni altro garantisce la prosperità per tutti. E' proprio una carenza del modello capitalistico, che troppo spesso premia la pura trasformazione capitale-capitale a discapito della produzione di beni e servizi, a mio avviso la causa principale di questo tracollo. Il modello economico americano, sempre osannato anche da quei politici ed economisti che ora ostentano la loro indipendenza di pensiero (pensate ad esempio a Tremonti), ha fatto acqua da tutti i buchi. Hanno fatto credere alla gente che il modo di andare avanti fosse quello dell'indebitamento, del "pago tra 6 mesi", del vivere anche al disopra delle proprie capacità economiche. Ora stiamo ad aspettare, ma con una convinzione trasformata in certezza. Serve un cambio di rotta.
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