Un anno fa si chiudeva un'era. Berlusconi andava
al Quirinale per rassegnare le dimissioni da Presidente del Consiglio dopo il
collasso dello spread e il fantasma del default di una delle potenze economiche
più importanti del mondo. Ricordo quella notte magica in cui migliaia di
persone si riversarono spontaneamente per strada, "accompagnando" con
canti, urla e imprecazioni la fine del regime Berlusconiano.Tanta gioia ma
nessuna spensieratezza. La convinzione di dover ricostruire l'Italia dal giorno
successivo era ben presente in tutti noi, così come era chiaro che il percorso
da seguire sarebbe stato lungo, tortuoso, difficile e doloroso. Ma quella notte
andava vissuta e fu una parzialissima ricompensa per tutte le battaglie
combattute in tutti gli anni precedenti, quando sotto il fuoco dei mezzi di
informazione non ci stancammo mai di metterci la faccia. E allora che goduria
rivedere ancora oggi gli articoli dei giornali del giorno dopo che ci
definirono "sciacalli"! A un anno di distanza, possiamo dire che il
percorso che immaginavamo è stato intrapreso tra grandi sacrifici. Ora è giunto
il momento di cambiare pagina e dare una sferzata al nostro Paese. C'è da
stringere i denti, pensare, immaginare e ripartire. Soltanto così ci
riapproprieremo delle speranze che per troppo tempo ci sono state negate.
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