L'ultimo post dell'anno lo dedico agli accadimenti in corso in India a seguito dello stupro e uccisione di una giovane donna da parte di un gruppo di uomini. Mai quella donna avrebbe pensato che il suo sacrificio avrebbe rappresentato la scintilla di una protesta generata da un popolo toccato nell'animo profondo, che oggi la considera una propria figlia. Un popolo stanco di soprusi e violenze. E così tutti insieme, uomini e donne, a chiedere sanzioni certe e dure nei confronti dei violenti, una condanna ufficiale da parte dello Stato che segua azioni concrete, ma soprattutto la condanna sociale di questi crimini. Non vi nascondo l'emozione di vedere la passione e il trasporto con cui gli uomini intervistati dalle tv internazionali esprimevano la propria rabbia e indignazione. La consapevolezza che la condizione femminile è essenziale per la vita sociale e democratica di un paese è improvvisamente esplosa in una delle aree più popolose della terra. Questa non può che essere una buona notizia e un auspicio affinchè anche in casa nostra si proceda all'eliminazione delle incrostazioni violente che ancora attanagliano troppe donne anche nel nostro Paese.
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