mercoledì, maggio 02, 2007

Ribelli per caso...

Ieri, primo maggio, come al solito grande atmosfera in Piazza S.Giovanni a Roma. C'è il concerto, i giovani, le star, la musica, un messaggio forte da gridare. Peccato che uno dei conduttori ( a proposito, la Gerini è stata quasi agghiacciante...) questo messaggio lo ha perso di vista. Ed eccolo lì Andrea Rivera, con la sua chioma riccia, all'improvviso si sente il mondo ai suoi piedi e comincia a sparare a zero sul Vaticano. Chi mi conosce sa come la penso sul funerale negato a Welby e, in generale, sul partito della Chiesa, ma quando ho sentito parlare Rivera non volevo credere alle mie orecchie. Volevo essere lì sul palco per ricordargli che la giornata e l'occasione era stata organizzata per sensibilizzare l'opinione pubblica sugli incidenti sul lavoro, morti bianche e vite distrutte. Sembrava un liceale di buona famiglia che gioca alla rivoluzione per fare l'alternativo con le ragazze della sua scuola. Per le battaglie sociali servono serietà e rigore, non abbiamo bisogno di ribelli per caso.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Capisco perfettamente il tuo punto di vista, per fare qualcosa ci vuole bene altro...e senza dubbio dico oggi un po' affranta visto la polemica che poche parole, dette forse nel luogo sbagliato, hanno suscitato. Quello che mi chiedo è che se basta così poco per censurare un ragazzo che ha forse solo tentato di aumentare la sua visibilità, quali gli stumenti per esprimere un opinione?
video Andrea Rivera al concerto del Primo Maggio

Cinzia

Cesare Dornetti ha detto...

E' vero, la polemica che c'è stata è eccessiva e anche in questo caso, a mio avviso, la mancanza di misura ha fatto perdere forza alle idee. Chi ha il potere mediatico deve capire che per esporre un'idea non bisogna necessariamente estremizzare, demonizzare o beatificare. Mi è sembrato francamente ridicolo chi ha sostenuto che Rivera ha fatto terrorismo. Il terrorismo è un'altra cosa. Allo stesso tempo, però non fa bene alla "nostra" causa assumere atteggiamenti che possono far sviare l'opinione pubblica dal problema concreto. Le rivoluzioni non sono mai state portate a termine da pochi, c'è bisogno di un coinvolgimento popolare. Ma il popolo va fatto ragionare, facendo vedere che il cambiamento non è estremismo. Evitare quello che è successo a Roma vuol dire anche evitare di esporsi a facili critiche clerical-parlamentari nel momento sbagliato. Comunque a mio avviso la tua domanda è un vero e proprio problema, non c'è dubbio. Un primo modo è, ad esempio, partecipare il 12 maggio alla contro manifestazione di Piazza Navona, nel giorno del family-day, per dire si alla famiglia, ma si anche ai dico.