Lo spettacolo a cui stiamo assistendo dopo l'intervista di Fazio a Marco Travaglio ha dell'incredibile. Già, è sempre lui. Un'atmosfera che ricorda vagamente quella del 2001, che si condensò nel famigerato "editto bulgaro" dell'allora (come oggi) neopremier Berlusconi. Allora ne fecero le spese il compianto Enzo Biagi, il comico Luttazzi e Michele Santoro. Ma, tornando al recente accaduto, vorrei soffermarmi sulle mteivazioni che hanno scatenato il putiferio. Marco Travaglio, nel suo ultimo libro "Se li conosci li eviti", scritto con Peter Gomez, ha stilato una lista di uomini politici completa di "curriculum", dando bacchettate a destra e a sinistra e promuovendone alcuni della scorsa legislatura (non rieletti). Nell'intervista di domenica, a un certo punto si è affrontato il discorso dei giornalisti in Italia, così Travaglio ha cominciato a sparare a zero (giustamente) sul sistema dell'informazione italiana che premia i giornalisti servi dei politici. Così, per fare un esempio di servilismo, si è chiesto perchè nessun giornalista abbia mai pensato di informare la gente sulle amicizie in odore di mafia del Presidente del Senato, Schifani. Apriti cielo, valanghe di critiche da destra e da sinistra. Il solito ignobile spettacolo. Tutti pronti a falciare Travaglio, ma nessuno pronto a raccogliere il messaggio del giornalista. E il popolo? Il popolo dorme? Non sa? Non vuole sapere? O ancora peggio, immagina ma sotto sotto giustifica? Certo è che non tira una buona aria.
p.s. Questa è la scheda su Schifani, presente sul libro incriminato.
Schifani Renato Giuseppe (FI) Anagrafe Nato a Palermo l’11 maggio 1950. Curriculum Laurea in Giurisprudenza; avvocato; dal 2001 capogruppo di FI al senato; 3 legislature (1996, 2001, 2006). Soprannome Fronte del Riporto. Segni particolari Porta il suo nome, e quello del senatore dell’Ulivo Antonio Maccanico, la legge approvata nel giugno del 2003 per bloccare i processi in corso contro Silvio Berlusconi: il lodo Maccanico-Schifani con la scusa di rendere immuni le «cinque alte cariche dello Stato» (anche se le altre quattro non avevano processi in corso). La norma è stata però dichiarata incostituzionale dalla consulta il 13 gennaio 2004. L’ex ministro della Giustizia, il palermitano Filippo Mancuso, ha definito Schifani «il principe del Foro del recupero crediti», anche se Schifani risulta più che altro essere stato in passato un avvocato esperto di questioni urbanistiche. Negli anni Ottanta è stato socio con Enrico La Loggia della società di brookeraggio assicurativo Siculabrokers assieme al futuro boss di Villabate, Nino Mandalà, poi condannato in primo grado a 8 anni per mafia e 4 per intestazione fittizia di beni, e dell’imprenditore Benny D’Agostino, poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo il pentito Francesco Campanella, negli anni Novanta il piano regolatore di Villabate, strumento di programmazione fondamentale in funzione del centro commerciale che si voleva realizzare e attorno al quale ruotavano gli interessi di mafiosi e politici, sarebbe stato concordato da Antonino Mandalà con La Loggia. L’operazione avrebbe previsto l’assegnazione dell’incarico ad un loro progettista di fiducia, l’ingegner Guzzardo, e l’incarico di esperto del sindaco in materia urbanistica allo stesso Schifani, che avrebbe coordinato con il Guzzardo tutte le richieste che lo stesso Mandalà avesse voluto inserire in materia di urbanistica. In cambio, LaLoggia, Schifani e Guzzardo avrebbero diviso gli importi relativi alle parcelle di progettazione Prg e consulenza. Il piano regolatore di Villabate si formò sulle indicazioni che vennero costruite dagli stessi Antonino e Nicola Mandalà [il figlio di Antonino che per un paio d’anni ha curato gli spostamenti e la latitanza di Bernardo Provenzano, nda], in funzione alle indicazioni dei componenti della famiglia mafiosa e alle tangenti concordate. Schifani, che effettivamente è stato consulente urbanistico del comune di Villabate, e La Loggia hanno annunciato una querela contro Campanella. Assenze 321 su 1447 (22,2%) missioni 20 su 1447 (1,4%). Frase celebre «Li abbiamo fregati!» (dopo l’approvazione della legge sul legittimo sospetto, che doveva servire per spostare i processi contro Berlusconi e Previti da Milano a Brescia, 1° agosto 2002). «In vacanza alle isole Eolie, Renato Schifani, in compagnia di alcuni amici, ha dovuto aspettare per un’ora di fila che si liberasse un tavolo in un ristorante del centro di Lipari. Il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama ha pazientemente atteso il proprio turno, senza sollevare alcuna obiezione e senza pretendere un trattamento di favore» (comunicato ufficiale dell’ufficio stampa del sen. Schifani, 15 agosto 2006 ). «Rita Borsellino sfrutta il nome del fratello per fini politici» (12 settembre 2003). «Sono un sessantottino, ho partecipato anch’io alle occupazioni. Sto dedicando la mia vita a lui, io credo molto in Silvio Berlusconi (...) Mi sono innamorato di Berlusconi perché ho visto in lui quella naturalezza e genuinità della politica che non avevo visto in passato. È un grande stratega e un grande leader» («Libero», 29 luglio 2007 ). «Oggi Cuffaro ha ripreso saldamente in mano il timone di una Sicilia che già è cresciuta così come i dati sul Pil e sulla disoccupazione ai minimi storici ci indicano. Dobbiamo anche riconoscere al governatore siciliano che è stato e continua ad essere l’unico garante della unitè della coalizione, risultato questo che, in un sistema maggioritario, è garanzia di stabilità e quindi di quella risorsa fondamentale per lo sviluppo che è la governabilità di un territorio. Forza Italia sarà al suo fianco in questa nuova fase di governo della Regione per sostenere quella linea riformistica che è alla base del proprio credo politico» (dopo la condanna di Cuffaro a 5 anni per favoreggiamento, Agi, 19 gennaio 2008 ).
10 commenti:
Travaglio ormai con il suo comportamento sfiora il grottesco... Il popolo non dorme, ha capito che uno come Travaglio ha il solo obiettivo di cercare notorietà andando contro tutto e tutti, come pseudo paladino della giustizia, cercando di apparire la vittima di chi, giustamente, risponde alle sue diffamazioni...
COME FAI A DIRE CHE SONO DIFFAMAZIONI? TRAVAGLIO E' SCOMODO SOLTANTO PERCHE' TUTTO CIO' CHE DICE E' PROVATO E FACILMENTE DISMOSTRABILE DAI FATTI. PUO' ESSERE CRITICATO SOGGETTIVAMENTE, MA LE SUE AFFERMAZIONI SEGUONO LE INDAGINI UFFICIALI, LE SENTENZE E I FATTI. LA DIFFAMAZIONE E' UN'ALTRA COSA...
Oggi, anche la Repubblica accusa Travaglio di ricostruire i fatti "ad hoc" e di omettere ciò che gli è comodo omettere... e ho detto tutto. Ma come si fa a difendere un personaggio simile? Uno che cerca a tutti i costi di violare le regole per poi aumentare la propria notorietà facendo la vittima? Qualche giorno fa è uscito un importante articolo su "il riformista" che invitava a non sanzionare Travaglio, non per quello che scrive e divulga, ma perchè più Travaglio (ma anche Santoro e tutti quelli della loro linea) parla, più la gente sostiene chi Travaglio vuole (faziosamente) andare a colpire..
caro anonimo, ti ripeto la domanda: come fai a dire che sono diffamazioni? dimostra con i fatti che ciò che dice travaglio non corrisponde alla realtà e che le sentenze che legge al pubblico sono false, e poi ne riparliamo. travaglio parla carte alla mano, chi lo critica lo fa a titolo di opinione.
..e tu dimostrami che travaglio non occulti documenti che non gli fanno comodo...
sei tu quello che dice che non è vero ciò che dice.
...usciranno anche gli scheletri nell'armadio di Travaglio, come sono usciti quelli di Grillo....
Io non riesco a capire questa strenua difesa dei politici. Io credo che sia nell'interesse di tutti fare chiarezza all'interno dei palazzi della poilitica. La questione Travaglio mi meraviglia incredibilmente. Non ha emesso alcuna sentenza, si è solo chiesto il perchè del silenzio dei giornalisti.Per la destra e per la sinistra.
...mi è nuovo il fatto che travaglio non emetta sentenze....
diffidare sempre da chi dice di avere in pugno la verità... credo che le cose siano molto più complesse di quello che sembrano... e credo che anche dietro quell'aria da saputello di Travaglio si nasconda qualcosa...
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