Ieri sera, guardando come di consueto la trasmissione di La7 "8emezzo", ho avuto improvvisamente la sensazione di trovarmi in una storia conosciuta. Una sensazione spiacevole, un fastidio, ma senza riuscire a capire a cosa si riferissero questi sentimenti. Tra gli ospiti della puntata c'era Gaetano Pecorella, legale di Berlusconi e ispiratore delle leggi ad personam, dipinte alla perfezione sulla figura del premier. La sua vista mi ha provocato un certo prurito (e fin qui niente di tragico), ma il peggio doveva ancora arrivare. Il peggio è costituito dalla spiegazione che Pecorella ha dato rispetto alla legge che sospende il processo del suo capo. Mi vergogno un po' anche a riportarla, ma devo farlo per motivi di cronaca. Ha sostenuto che è una legge importante per la credibilià dell'Italia. "Che figura ci farebbe Berlusconi se, presentandosi a un incontro internazionale, dicesse "Salve, sono Silvio Berlusconi, premier italiano e condannato per corruzione?" ". La ragione ormai è persa completamente. Invece di fare le persone oneste, ci si preoccupa della figura che si farebbe con gli stranieri. HO CAPITO! ECCO DOVE MI TROVO! Ho avuto un'illuminazione e il pensiero mi è caduto sul capolavoro di George Orwell "La fattoria degli animali", che raccotava l'ascesa del regime autoritario stalinista sottoforma di parodia fiabesca. L'accostamento chiaramente è un po' forzato, ma tutti questi zelanti oratori somigliano troppo ai maiali al servizio del maiale dominante, Napoleon, pronti a fornire sempre le giuste spiegazioni alle scelte autoritarie e personali del capo. Ho dormito male.
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