Ancora penso a quello che è accaduto ieri a Luca Abbà, uno dei leader della rivolta no-tav, che si trova in condizioni di salute molto gravi dopo essere rimasto folgorato ed essere caduto dal traliccio al quale si era arrampicato. Un gesto estremo, un gesto che non comprendo. Tralasciando l'umana solidarietà che mi fa sperare per una pronta guarigione non posso che constatare una sproporzione tra il senso della lotta e i metodi utilizzati. Non credo che "il morto" possa portare avanti le ragioni del movimento. Soprattutto se nel movimento stesso c'è chi non aspetta altro per alzare ulteriormente i toni dello scontro, come quelle persone che ieri urlavano ai poliziotti "assassini" o cose di questo genere. E non si cominci a teorizzare, come ho già sentito in tv, l'appartenenza di certe azioni ai gesti di resistenza. Certe teorie è meglio evitarle, soprattutto quando riguardano la vita degli altri.
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