Devo dire che l'accoglienza calorosa che l'assise di Confindustria ha riservato all'amministratore delegato della Thyssen, Herald Espenhanh, mi ha scosso profondamente. Stiamo parlando di un uomo appena condannato a 16 anni per omicidio volontario, in quanto persona che ha determinato la morte sul luogo di lavoro di sette operai. Sette vite cancellate, sette famiglie distrutte, centinaia di migliaia di lavoratori violentati nella propria dignità. Io mi sento uno fra questi, proprio per questo nonostante tutto stento ancora a credere all'accaduto. E che dolore sentire le parole di Emma Marcegaglia, quando sostiene che "con tutto il rispetto per i morti" bisgona pensare al fatto che gli investimenti potrebbero partire per andare altrove, che questo caso rappresenta un unicum. Ma di quale rispetto parliamo? Ci lamentiamo, a ragione, della concorrenza sleale cinese che tiene i prezzi bassi speculando sui diritti dei lavoratori, ma queste dichiarazoni sembrano dire "beati loro che lo possono fare!". Spero che l'assise di Confindustria abbia partorito anche qualcosa di diverso, ma se le premesse sono queste mi chiedo quale possa essere la loro visione del mondo del lavoro.
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