Ieri ho ascoltato con attenzione le parole del premier alla Camera, durante il suo discorso sullo stato dell'economia italiana e sulle misure di contrasto all'attale crisi economica. La scelta di spostare l'intervento alle 17:30, cioè a mercati chiusi, aveva fatto credere all'annuncio di nuove misure più coraggiose e puntali rispetto a quelle finora attuate. Ma come sempre è avvenuto con questa gente, ogni speranza è stata vana. E così, come se tutto andasse bene, B si è ridotto a dire che la crisi non dipende dall'Italia, l'economia italiana è solida e stabile, che il governo ha lavorato e lavorerà bene e cose di questo tipo. In perfetto stile berlusconiano, a meno della sua figura ormai appesantita e più che mai inadeguata al momento storico, politico ed economico del nostro paese. E l'essere in trincea in quanto imprenditore a mio avviso non è una garanzia di corretta gestione della crisi. La forza della politica deve essere la terzietà, soprattutto in questi momenti in cui gli attori dell'economia hanno le armi affilate più che mai. E così l'intervento di B è risultato scarno, debole, privo di iniziativa. Doveva farsi venire in mente qualcosa di nuovo su cui lavorare, qualche proposta, eventalmente l'anticipo di alcune misure previste dal piano economico dal 2014. Niente di tutto questo. Ancora una volta questa destra incapace ha deciso soltanto di provare a galleggiare.
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