La vicenda che sta riguardando l'accordo tra democratici e repubblicani per l'aumento del debito pubblico americano a mio avviso merita qualche considerazione. La prima riguarda il sistema politico americano, che rispetto al passato appaere debole, scricchiolante, incapace di reagire unitariamente a un pericolo reale.
Uno dei pregi che ho sempre riconosciuto agli USA è proprio quello di stringersi e fare fronte comune, di unirsi e spingere tutti insieme dalla stessa parte, verso la soluzione ai problemi che mettono in pericolo la loro nazione, al di là delle differenze politiche. Oggi invece questo spirito sembra venir meno sotto i colpi del Tea Party, della destra americana, portatrice tra l'altro di idee ultraconservatrici e integraliste. E così l'emergenza nazionale rappresentata dal debito si è traformata in una guerra interna che come unico scopo quello di affossare Obama, senza pensare allo Stato e ai suoi cittadini. Dall'esterno (anche ascoltando le analisi di vari osservatori) ho l'impressione che in America non si abbia la percezione del pericolo che stanno passando. Tutti sono certi che non potrà mai accadere nulla perchè in fin dei conti sono sempre l'America. E' vero, l'America è sempre l'America, ma è il mondo a non essere più lo stesso, per cui farebbero meglio ad aprire gli occhi e ricominciare a lavorare seriamente sui problemi del paese. La cosa più sconvolgente è la natura del contendere tra le parti. Obama aveva annunciato che per superare questa situazione i più ricchi avrebbero dovuto contribuire un po' di più rispetto a quanto fatto fino ad oggi, mentre i Repubblicani (che controllano una delle camere) hanno portato avanti una vera e propria crociata per la conservazione degli attuali privilegi. E a quanto pare hanno vinto loro. E addio (o arrivederci) al sogno obamiano dell'equità sociale, probabilmente sacrificato sull'altare della contesa elettorale delle prossime elezioni del 2012. Obama non poteva permettere il default, i Repubblicano ne erano coscienti e hanno sfruttato la situazione al massimo, cercando di screditare e di mettere in difficoltà il Presidente, infischiandosene dell'emergenza nazionale. Se le premesse sono queste, la presenza di questa gente alla guida degli Stati Uniti rappresenta un ripido scivolo verso il declino.
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