Il giorno dopo la destituzione non poteva che essere drammatico. L'entusiasmo di sabato scorso in fin dei conti era cosciente del fatto che la strada da quel punto in poi sarebbe stata comunque in salita. Probabilmente quell'esplosione è stata una sorta di martedi grasso che precede la quaresima. E allora eccoci serviti. Il primo boccone amaro (almeno a me) lo dà la politica. Siamo in emergenza assoluta, su questo sono (quasi) tutti concordi, la speculazione ha ricominciato a farsi vorace, ma nei fatti vedo una pericolosa resistenza dei partiti a cedere reciprocamente delle posizioni che ostacolano la veloce composizione del nuovo governo. Monti chiede la presenza di politici di rango di entrambi gli schieramenti per garantirsi la copertura dei partiti, scelta ragionevole, ma qui iniziano i dolori. Così le prime scorie del berlusconismo cominciano a venir fuori. Troppi anni di istigazione all'odio reciproco e di calpestamento delle bon ton istituzionale hanno creato dei muri tra le parti. Ora la destra è costretta suo malgrado a mettere in campo l'uomo più vicino a Berlusconi e alla sinistra viene chiesto di rimangiarsi la promessa di non accettare nel nuovo governo nessun appartenente al vecchio esecutivo. Scegliere sarà molto doloroso per entrambe le parti, spero solo che facciano in fretta.
Nessun commento:
Posta un commento