Devo dire che ogni volta che scrivo qualcosa sull'omofobia avverto un misto tra rabbia e imbarazzo, due sentimenti che mescolano l'indignazione alla vergogna di atti vili mossi contro i "diversi". A Roma, come ho scritto più volte su questo blog, da quando Alemanno ha vinto le elezioni abbiamo assistito a una nuova vitalità dei gruppi organizzati di estrema destra, spesso xenofobi e omofobi. E nel tempo questa "vitalità", che sarebbe meglio chiamare rigurgito, si è trasferita anche a gruppetti organizzati, spesso composti da giovanissimi che uniscono la ricerca di "nuove emozioni" al bullismo e al senso di appartenenza a non si sa cosa. A luglio nella Capitale abbiamo già assistito a tre episodi di violenza omofoba (segnalati), l'ultimo dei quali si è svolto a via dei Fori Imperiali domenica scorsa, quando un ragazzo è stato colpito da uova, vetri e ricoperto di insulti da ragazzi che si erano accostati con l'auto mentre lui camminava. Tutto questo in pieno centro. E non dimentico l'aggressione verbale al grido di "frocio" nei confronti di un ragazzo in zona Eur e il pestaggio a Centocelle. In pratica una macchina del tempo impazzita, che ci porta indietro e ci allontana sempre di più dal mondo civile. E le istituzioni che fanno? Oggi in Parlamento si vota la legge che prevede l'aggravante per i reati a sfondo omofobo (e un ringraziamento per le tante battaglie va all'on. Paola Concia). Questa proposta ha già avuto una vita difficile e la cosa mi fa ulteriormente vergognare e arrabbiare, forse più del comportamento di qualche stupido e ignorante bulletto di quartiere. Spero che oggi nella cecità generale più di qualcuno cominci a vedere un barlume ragione e faccia qualcosa per questa vera e propria piaga.
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