lunedì, luglio 04, 2011

L'operaio in Val di Susa.

La vicenda della TAV in Val di Susa che è riesplosa in questi giorni ha messo ancora una volta in risalto l'incapacità del nostro Paese di programmare, progettare e gestire la realizzazione di una grande opera. E le colpe sono ben distribuite a tutti i livelli, nazionali e locali, di potere politico e mediatico.

Il primo punto è che la connessione del nostro Paese alla direttrice europea ad alta velocità Lisbona Kiev è un interesse nazionale. Deve essere chiaro a tutti che l'interconnessione tra i Paesi è una tra le principali condizioni per lo sviluppo economico, per questo l'Italia non può farsi sfuggire questa occasione. Chi non lo capisce è in malafede o è rimasto a prima della caduta del muro. E non può essere un sindaco o chi per lui a stabilire che il disegno generale è sbagliato, che la tav è inutile e cose di questo tipo. Ognuno deve fare ciò che è di propria competenza, per cui gli amministratori locali dovrebbero battersi per ottenere le giuste compensazioni per la popolazione. Detto questo l'attuale situazione è scaturita dalla vergognosa gestione del progetto e delle fasi di avviamento dei lavori. Troppa opacità, troppa sufficienza verso le comunità locali, troppo poco coinvolgimento del territorio che inevitabilmente pagherà il conto più salato per questa operazione. Ma questo non giustifica la violenza di questi giorni, nei quali ( questa è una mia sensazione) anche la popolazione del luogo mi sembra un po' spaesata. La verità è che si sia trovato un altro luogo nel quale fare esplodere la nostalgia di anni plumbei, far mostra della propria temerarietà ed esercitarsi nella moda dell'antagonismo. E lascio perdere i commenti degli sciacalli alla Grillo, sempre alla ricerca di voti, che dopo queste giornate ha usato la parola "eroi". Per quanto mi riguarda al momento gli unici eroi in Val di Susa sono gli operai che, silenziosamente e per uno stipendio da fame, fanno con dignità il proprio lavoro. Nonostante la guerriglia, le cariche della polizia (ricordiamoci che anche loro non se la passano tanto meglio), i sassi lanciati dei sedicenti rivoluzionari che spesso hanno alle spalle famiglie non proprio povere. Il rispetto per il lavoro e i lavoratori dov'è? Devo dire che vedere certe foto mi ha fatto cancellare ogni forma di comprensione verso il movimento no-tav. Troppo facile scagliarsi contro i più deboli, troppo comodo rifugiarsi in un antagonismo che non è portatore di cambiamenti reali. Se vorranno recuperare un minimo di dignità dovranno cominciare a sporcarsi le mani per davvero.

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