In un paese normale le intercettazioni pubblicate da poco a riguardo della cosiddetta "Struttura Delta" avrebbero causato un terremoto politico e giudiziario. Stiamo parlando di un sistema composto da dirigenti, giornalisti e quant'altro che avrebbero svolto la funzione di indirizzare l'informazione pubblica verso la creazione di consenso per Silvio Berlusconi. E questa volta non si tratta di trascrizioni ma di registrazioni, dalle quali si percepiscono anche le sfumature del linguaggio da cui traspare una certa leggerezza nel trattare azioni riprovevoli. D'altra parte una delle scorie più nocive del berlusconismo è proprio questa, far percepire come normali anche cose di cui ci si dovrebbe vergognare. La protagonista di queste intercettazioni è Deborah Bergamini, che da consulente di Berlusconi è passata a ricoprire la carica di vice direttore di marketing strategico alla RAI nel 2002. E a quanto sembra, non ha mai terminato di lavorare per lui. Ascoltare le registrazioni fa salire l'acidità di stomaco e non poco, perchè confermano tutto ciò che abbiamo in questi anni provato sulla nostra pelle. La Bergamini organizzava con alcuni giornalisti (come Vespa) l'impostazione delle puntate di approfondimento per evitare di parlare delle sconfitte del premier, chiedeva agli istituti di ricerca di "fare casino" con i numeri e i simboli per non far comprendere i risultati negativi per il centrodestra. Consigliava a Mediaset, azienda concorrente rispetto a quella per cui lavorava, di "mettere qualcosa di forte" in palinsensto per evitare di far guardare alla gente trasmissioni RAI non gradite. E come sempre accade, alla fine arrivano i frutti del duro lavoro. Nel marzo 2008 la Bergamini viene candidata ed eletta al Parlamento con il PDL. Cose dell'altro mondo, o forse semplicemente cose dell'Italia di Berlusconi.
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