lunedì, giugno 06, 2011

Nucleare. Perchè votare SI.

Nei giorni 12 e 13 giugno prossimi siamo chiamati a votare per i referendum abrogativi riguardanti, semplificando molto, il nucleare, l'acqua pubblica e il legittimo impedimento. Oggi svilupperò il quesito n.3, relativo alla costruzione di nuove centrali nucleari, elencando i 10 punti per cui credo sia importante votare SI.
1. Perchè è stato dimostrato che non esistono impianti completamente sicuri, lo dimostrano gli ultimi avvenimenti in Giappone.
2. Perchè l'Italia ha un territorio che non si presta all'installazione di centrali atomiche, sia per motivi morfologici, sia per la sua densità di popolazione.
3. Perchè la costruzione di nuove centrali non soddisferebbe le necessità energetiche prima di 20 anni, senza dimenticare il presentarsi di problematiche legate all'approvvigionamento dei combustibili nucleari. La scelta nucleare non esonera lo Stato dal dovere di affrontare una politica energetica seria e multilaterale.
4. Perchè investendo in ricerca, tra 20 anni (ma sicuramente anche prima), raggiungeremo risultati tecnologici che ci permetteranno di produrre più energia pulita rispetto ad oggi.
5. Perchè la maggiore fonte di energia pulita in Italia è il risparmio energetico, che deve essere maggiormente incentivato.
6. Perchè il piano nucleare fermerebbe definitivamente la (poca) ricerca italiana sulle fonti rinnovabili, che deve essere invece fortemente sostenuta, soprattutto in ottica industriale.
7. Perchè le scorie sono un'eredità troppo pesante per le future generazioni. Non abbiamo il diritto di far pagare ad altri il prezzo delle nostre scelte.
8. Perchè nessuna regione sarebbe disposta a ospitare un impianto nucleare, facendo pesare inutilmente sulla collettività i costi della pianificazione.
9. Perchè la tecnologia costruttiva delle centrali nucleari, importata dalla Francia, sarebbe dello stesso tipo di quella che sta creando notevoli problemi di realizzazione in altri paesi (per esempio Finlandia)
10. Perchè alla realizzazione delle centrali, dunque ai suoi costi, si accompagnerebbe il riassetto generale della rete di trasmissione nazionale. L'obiettivo da perseguire deve essere la generazione distribuita e non la realizzazione di mega poli di produzione elettrica.

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