Uno dei fatti che di cronaca ha attirato l'attenzione degli italiani la scorsa settimana è stato sicuramente l'omicidio di Nicolò Savarino, il vigile quarantaduenne travolto e trascinato da un suv a Milano giovedì pomeriggio. Un suv che annienta una bicicletta, un fatto brutale che ha toccato la sensibilità di molti. La caccia all'assassino è partita immediatamente anche grazie alle immagini registrate dalle telecamere di sicurezza installate nei pressi dell'accaduto, che hanno permesso di immortalare il mezzo e la targa del suv. Ma è nelle ricostruzioni giornalistiche che la brutalità ha chiuso il suo cerchio. Si, perchè in tutti i servizi che ho visto in tv si è usato a mio avviso in maniera brutale l'identificativo di "slavo" al ricercato. Già dalla primissima ora si è parlato di "caccia allo slavo", "slavo assassino", "slavo ricercato", o sempicemente "lo slavo". Badate bene prima di darmi del fricchettone, la cosa insopportabile è l'accezione etnica che si dà alla parola. E' come se si dicesse "il negro che ha ucciso il vigile": lo accettereste? Io no.
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