venerdì, dicembre 30, 2011

Gli auguri di Icaro

E così anche quest'anno volge al termine. E' stato un anno difficile e di svolta, i cui tratti fondamentali sono stati la crisi economica dell'occidente e la caduta di molti regimi nella cosiddetta primavera araba. E poi non dimentichiamoci la caduta del regimetto italiano, in quella fantastica notte romana. Ora guardiamo avanti, il 2012 sarà un altro anno duro, quindi ci meritiamo tutti un bel po' di auguri.



Auguri a chi non trova o ha perso il lavoro, perchè ritrovi la speranza;
alla politica, perchè ritrovi la dignità perduta;
agli evasori, perchè di ingordigia si muore;
agli aquilani, perchè la notte dovrà pur passare;
ai volontari di qualsiasi tipo, perchè senza di loro sono dolori;
ai fratelli d'Italia non riconosciuti, dai che sarà l'anno buono!
al Vaticano, al netto dell'ici;
a Berlusconi, perchè si goda la pensione;
al governo, perchè sia ossessionato dalla parola equità:
alle popolazioni arabe, che ci hanno dato una grande lezione di dignità;
al popolo russo, che ne vedrà di tutti i colori;
all'Europa, che si ritrovi dopo anni di smarrimento;
agli emarginati, che possano trovare un posto al sole;
ai detenuti, perchè la dignità vale per tutti;
alle donne, al netto delle femministe rancorose;
agli omosessuali, perchè la discriminazione prima o poi sarà abbattuta;
agli onesti, che portano sulle spalle questo paese;
a chi non smette di sognare, perchè ci trascinerà fuori da questo schifo;
all'Italia, perchè non perda mai il coraggio di lottare.

martedì, dicembre 27, 2011

Edison e le altre

La notizia dell'accordo tra EDF (Electricitè De France) e i soci italiani di Edison, che vede i francesi acquisire il controllo di quest'ultima con una quota di capitale pari a circa l'80% è solo una tessera del complicato puzzle che sta determinando il progressivo passaggio di forti realtà industriali del nostro Paese nelle mani di investitori stranieri. In questi ultimi mesi e anni stiamo assistendo all'abbandono dei capitali italiani nei confronti di imprese che hanno fatto la storia e continuano a fare il PIL italiano. Proprio quest'anno abbiamo assistito ad altri due grandi colpi da parte di gruppi d'oltralpe, come la Parmalat finita nelle mani del colosso Lactalis e Bulgari passata sotto il controllo di LVMH. E non dimentichiamo negli scorsi anni Fendi, Bottega veneta, Ferrè, BTicino, Valentino e tanti altri marchi che sono passati nelle mani di gruppi stranieri. Ora non voglio fare dei discorsi sull'italianità delle aziende, perchè è evidente che il mercato debba essere libero di esprimersi in una dimensione internazionale, però mi chiedo perchè la classe imprenditoriale italiana non faccia nulla per contrastare questa progressiva perdita di controllo delle risorse del sistema economico globale del Paese. Si, perchè questa perdita di pezzi importanti genera nel medio periodo un impoverimento generale dell'economia nazionale. Faccio un esempio lampante, quello dei gruppi della grande distribuzione, tra i quali in Italia godono ormai di una posizione dominante le francesi Auchan e Carrefour. Secondo voi queste aziende con chi faranno  prevalentemente accordi commerciali per le forniture dei prodotti alimentari? E' un dato di fatto che in queste catene si trovino molti prodotti realizzati o distribuiti da aziende francesi, cosa del tutto comprensibile da un punto di vista economico. E allora il punto è proprio questo, la classe imprenditoriale italiana avrebbe tutto l'interesse a trattenere il controllo di società strategiche nei vari campi, capaci di dare ossigeno ad interi settori produttivi. Invece l'individualismo e la poca attitudine al confronto sta creando situazioni ottimali per l'acquisizione di imprese italiane importanti da parte di altri soggetti, che invece hanno capito l'importanza dell'aggregazione e ne sfruttano la potenza. Dalla crisi se ne esce anche grazie a una classe imprenditoriale che capisca il mondo e le sue evoluzioni. Purtroppo ho l'impressione che molti siano ancora in alto mare.    

mercoledì, dicembre 21, 2011

Non dimentichiamo i complici.

Mi scuso con i lettori non catanzaresi di questo blog, ma la situazione che si è creata nel capoluogo negli ultimi giorni ha catalizzato la mia attenzione, se non altro per la sua assurdità. Le dimissioni di un Sindaco eletto a furor di popolo nove mesi fa, così perentorie e senza avvisaglie, con motivazioni a dir poco catastrofistiche per il futuro della città non possono non fare riflettere. E allora a quanto ho già scritto nel precedente post voglio soltanto aggiungere una riflessione che riguarda la gestione finanziaria del Comune in questi mesi, alla luce degli scenari da bancarotta a cui ha fatto riferimento il dimissionato Michele Traversa. Mi chiedo, dunque, possibile che della situazione finanziaria se ne sia accorto soltanto ora? E se l'ex Sindaco ne era già a conoscenza da tempo, perchè non ha iniziato con un opera di risanamento? E aggiungo, se dunque la situazione si sapeva fosse così grave, perchè si è proceduto con opere di carattere straordinario (vedi la pineta di Giovino, il trenino a Catanzaro Lido, ecc.) senza porre problemi di fattibilità finanziaria? Se il Sindaco non ne era a conoscenza vorrebbe dire che si è contraddistinto per una gestione quanto meno "leggera" delle casse del Comune, altrimenti si passerebbe dal livello "colposo" a quello "volontario", ancora più grave e ripugnante. Ma un Comune non è governato da una sola persona, per cui credo sia necessario aprire un dibattito pubblico sul ruolo dei vari esponenti all'interno degli Assessorati, del Consiglio Comunale e dei Partiti che hanno preso in mano le redini della città dopo le ultime elezioni. E a poco servono le risse verbali all'interno del centrodestra: la situazione si è creata per un concorso di colpa di tutti questi soggetti, molti dei quali sono sicuro che si presenteranno anche alla prossima chiamata alle urne. Con quale faccia, mi chiedo, gli artefici di un tale fallimento potranno trovare il coraggio di tappezzare con la propria immagine i muri della città tradita? E soprattutto, quanto sarà lucida e attenta la memoria dei Catanzaresi?       

sabato, dicembre 17, 2011

Michele Traversa e la politica spazzatura.

Oggi che il Sindaco di Catanzaro Michele Traversa ha rassegnato le dimissioni scegliendo di mantenere la carica di Parlamentare è istruttivo fare mente locale sul percorso che lo ha portato a diventare primo cittadino del capoluogo. Lui ha sempre giocato al ruolo del salvatore della patria, la sua campagna elettorale era intitolata "Finalmente". Sarebbe lecito chiedergli se il suo comportamento sia attribuibile a schizofrenia politica, opportunismo o semplice cialtroneria. Per rinfrescarci la memoria vi riporto le parole contenute nel preambolo del suo programma elettorale: "Oggi bisogna recuperare il tempo perduto e riappropriarsi del futuro con scelte politiche precise, che restituiscano alla città il suo ruolo guardando alle variazioni e ai mutamenti di una società in pochi anni completamente cambiata". Grandi parole, da uomo che si fa carico dei problemi della città che intende guidare. Parole appunto. E allora signor Traversa, le sue scelte politiche oltre che precise, sono molto chiare. Ed esprimono inadeguatezza e irresponsabilità, opportunismo e inganno. Ancora ricordo l'accoglienza che l'aspirante primo cittadino riservò a quei catanzaresi lontani che per amore della propria città si mobilitarono e accorciarono le distanze tra Catanzaro e i luoghi in cui vivevano, ignorando che l'aspirazione di un sindaco è quella di amministrare tutti i cittadini. Ci chiamò alieni. Lui e l'esercito di rifiuti della politica si facevano vanto del proprio amore per Catanzaro. Noi che eravamo andati via per mille ragioni, non avevamo il diritto di volere una città diversa da quella che ci era stata impacchettata in decenni di cattiva amministrazione. Ed eccolo l'amore per la città, lo vediamo (anche) oggi, mentre il signor Traversa accampa scuse ridicole e offensive per giustificare la sua scelta. E lo fa con una calma che dovrebbe far riflettere anche quelli che lo hanno sostenuto con tanto ardore. Addirittura nell'intervista ai giornalisti lascia intendere che comunque aveva avvisato che se gli avessero chiesto di segliere tra le due cariche avrebbe potuto lasciare quella di sindaco. Un caso esemplare di politica spazzatura. Cari Catanzaresi, cari concittadini, quando vi sveglierete?       

mercoledì, dicembre 14, 2011

Effetti collaterali.

Gli atti folli sono sempre effetti (collaterali?) di un qualcosa che viene da più lontano. E' inutile girarci attorno, la strage di Firenze avvenuta ieri non è un caso. Uccidere degli uomini seguendo un preciso criterio non può che essere frutto di un pensiero stratificato nel tempo che a un certo punto diviene ossessione. Ma la matrice ideologica è la culla in cui questa deformazione viene alimentata. L'assassino di Firenze, Gianluca Casseri, era un militante di CasaPound, l'organizzazione di estrema destra che da tempo cerca in tutti i modi di mostrare al Paese una faccia presentabile, con scarsi risultati. Basta guardare gli episodi di cronaca in cui sono coinvolti i loro associati o quelli di Blocco Studentesco, la costola studentesca del movimento. Non poche volte sono stati infatti riconosciuti membri dell'organizzazione tra i protagonisti di episodi di violenza. E vedere il loro leader Iannone ieri sera dalla Annunziata descrivere Casa Pound, praticamente come dei missionari in questo mondo cattivo, mi ha fatto ribrezzo. E come si sono mossi celermente alcuni parlamentari in difesa di Alberto Palladino, detto Zippo, uno dei capetti di Casa Pound riconosciuto dai militanti del PD che hanno subito una violenta aggressione qualche tempo fa! Ora nessuno vuole dire che Casseri sia stato armato da CasaPound, però è certo che gesti di questo tipo nascono da un retroterra culturale violento e razzista.    

Solidarietà a Dieng Moustapha, Diop Mor e alla comunità senegalese. E da Italiano sento un profondo sentimento di sete di giustizia e di vergogna.

martedì, dicembre 13, 2011

Valencia, il Sud e la cultura in Italia.

Devo dire che ogni volta che passo qualche giorno all'estero torno sempre con il doppio stato d'animo di chi ha fatto prendere un po' di ossigeno al proprio cervello ma che ritorna faticosamente alla routine quotidiana. Poi si fanno i confronti tra quello che c'è altrove e quello che c'è in casa nostra, confronti che il più delle volte fanno male. E se viaggiando nei paesi nordici comunque si fa sempre l'eccezione di base riguardo il clima, lo stile di vita e la matrice culturale completamente diversi rispetto ai nostri, lo stesso non vale per i paesi latini, con i quali è possibile un metodo di confronto più stringente. Così il mio viaggio a Valencia durante l'ultimo ponte mi ha stimolato alcune riflessioni. 
Camminando per le strade di Valencia un meridionale come me si sente a casa. Si, perchè il legame si avverte fortissimo. Il calore, la lingua, lo stile dei palazzi così simile a quello di casa nostra. Tutto il resto è in un'altra dimensione. Una città a misura d'uomo. Mezzi pubblici efficienti, pulizia, piste ciclabili, servizi per il turismo in abbondanza. E le persone che hanno abitato a Valencia con cui ho parlato mi hanno confermato le mie impressioni. Guardando la città ho pensato a come sarebbero diventati i centri del sud Italia se la storia avesse preso delle strade diverse da quelle che ha percorso. E poi la cultura. La cultura non è soltanto avere dei posti splendidi da visitare, una storia infinita o musei traboccanti di opere d'arte. La cultura è soprattutto divulgazione, condivisione e coscienza del sapere. Quello che in gran parte manca in Italia e che ho trovato in quel posto straordinario che è la città della scienza disegnata da Calatrava. Che bello vedere un posto di questo genere così affollato, i bambini che imparano la fisica giocando, le famiglie che fanno la fila per vedere le proiezioni dei documentari sullo straordinario schermo emisferico di 900mq. Tornando a casa l'amara considerazione è che negli ultimi vent'anni ci siamo completamente fermati. Eppure sono stati anni di sviluppo repentino e straordinario che hanno permesso a un Paese come la Spagna di risollevarsi da una condizione di netta inferiorità rispetto all'Italia, che invece è sprofondata in un oblìo che costerà tanto riscattare. 

lunedì, dicembre 05, 2011

Attenti al rospo

All'indomani della caduta di Berlusconi e della nomina del nuovo governo sapevamo che sarebbero arrivati i giorni difficili delle scelte dolorose. La presenza di Monti e del suo governo tecnico d'altronde non ha che questa finalità. Come la maggior parte delle persone e dei partiti italiani io ho sostenuto e sostengo questo esecutivo di emergenza, ma nella consapevolezza che non si tratta del "mio" governo. 
Proprio in quest'ottica bisogna essere pronti a ingoiare rospi, se questo sforzo è utile a una proficua concertazione tra le varie parti politiche per la definizione delle giuste misure contro la crisi italiana. L'unico pallino è l'equità, l'unica cosa che in questi momenti può far mantenere al nostro complicato popolo la coesione sociale e l'unanimità di intenti. Propriio per questo la lettura delle misure proposte dal governo mi ha lasciato un po' perplesso. E non mi ha colpito l'aumento dell'età pensionabile, cosa di cui si avverte la necessità al netto di un'attenta analisi sulle tipologie di impiego e su svariati aspetti di cui non c'è il tempo di parlare ora, queanto per lo sbilanciamento complessivo degli interventi. A mio avviso l'ipotesi della patrimoniale andava in questa direzione, così come la tassazione sulle rendite finanziarie. Bene la tassazione sulle somme scudate e quella sui beni di lusso, la riduzione dei costi della politica provinciale e l'ICI ( anche se sarebbe stato meglio affidarla ai Comuni). A proposito di questo sarebbe stato un segnale importante il "coinvolgimento" delle attività economiche della chiesa al risanamento, tramite l'applicazione dell'ICI sugli immobili che producono reddito, così come un provvedimento per la riduzione seria e complessiva degli stipendio dei parlamentari, oltre a una vera e propria dichiarazione di guerra nei cofronti dell'evasione fiscale. Spero che ci saranno margini per fare modifiche alla proposta dell governo. Come si è detto dovremo ingoiare diversi rospi, ma bisogna stare anche attenti a non essere dal rospo inghiottiti.      

venerdì, dicembre 02, 2011

Anche io sono un infame.

La notte tra il 2 e il 3 novembre scorsi un gruppo di militanti del Partito Democratico di Roma venne vigliaccamente aggredito da un gruppo di estrema destra a colpi di calci, pugni e bastonate. Tra questi Paolo Marchionne, capogruppo del PD del quarto municipio ( questo è l'articolo che avevo dedicato all'accaduto il giorno successivo ), che ha riconosciuto insieme agli altri il capo della squadraccia, Alberto Palladino detto "zippo", noto appartenente a Casapound. La denuncia è partita immediatamente, così come le minacce di querela da parte di Casapound, tramite il suo esponente di spicco Gianluca Iannone. Ieri finalmente Palladino è stato arrestato all'aeroporto di Fiumicino di ritorno dalla Thailandia e immediatamente la feccia si è mossa, imbrattando nella notte i muri della città con frasi ingiuriose contro Paolo Marchionne. Cara feccia, scalda le bombole spray, perchè dovrete scrivere al fianco del suo nome anche il mio e quello di tutte le persone che non accettano la prevaricazione e la violenza. E' questione di tempo, ma sarete schiacciati dalla forza della democrazia e della legalità.  

giovedì, dicembre 01, 2011

Non abbassare la guardia

Oggi è la giornata mondiale contro l'AIDS, la malattia che negli ultimi trent'anni ha ucciso circa trenta milioni di persone, con un incremento costante di casi nei paesi del sud del mondo. Un'emergenza planetaria che va a braccetto con l'ignoranza. Si, perchè il virus dell'HIV può essere fermato grazie all'applicazione di semplici metodi di protezione. Questo blog sostiene la giornata mondiale contro l'AIDS e chiede alle istituzioni di sostenere quei Paesi in cui è necessario fornire mezzi e politiche di prevenzione, ma anche di rilanciare in Italia nuove campagne informative a cominciare dalle scuole. Ho l'impressione che negli ultimi anni l'informazione su questo tema, come su tutte le malattie sessualmente trasmissibili, sia calata drasticamente. Un favore all'AIDS che non possiamo permetterci. 


PS: in questo link trovate la geografia dell'AIDS

martedì, novembre 29, 2011

Riprendiamoci la nostra Europa

Le ultime settimane passate a osservare i repentini cambiamenti della politica italiana hanno distolto l'opinione pubblica dal concentrarsi sulle ragioni profonde della crisi europea. Eppure al netto delle operazioni di ingegneria finanziaria e di bilancio è proprio lì, sull'Europa, che è necessario lavorare per assicurarci un futuro di speranza e progresso. 
In questi mesi ho pensato molto all'Europa, alla mia Europa. Io appartengo a quella che definisco "Generazione Maastricht", quella che durante l'infanzia ha respirato a pieni polmoni il sogno europeo dei padri e lo ha vissuto già dal periodo degli studi. Ancora ricordo la bella sensazione di vedere le cartine sul sussidiario così diverse da quelle dell'atlante di casa, che dividevano il mondo in due eserciti contrapposti, e di sentirsi parte di qualcosa di nuovo. Poi è arrivata l'unificazione della Germania, infine Maastricht. Da allora tutto è diverso ma allo stesso tempo normale, come i vari progetti di interscambio che fanno muovere ogni anno milioni di giovani da un Paese all'altro. Penso all'Erasmus a cui ho partecipato, al Leonardo e a tanti altri, ma anche agli accordi di Schengen che ci permettono di andare in giro per il continente soltanto con la carta d'identità in tasca, all'euro che ci permette ci ha unificati dal punto di vista monetario. Ho l'impressione che ai più tutto questo risulta ormai scontato, ma non è così. Questa grande crisi sta mettendo alla prova il popolo europeo che si trova davanti a un bivio che prevede il salto di qualità dell'Unione oppure la sua fine e l'attuale classe politica non è in grado di guidare i Paesi in questa così importante fase. Non solo, ma i vari Merkel, Sarkozy, Berlusconi e soci sono stati gli artefici di numerosi balzi indietro rispetto al pluridecennale cammino comunitario. E allora questo è il momento in cui la Generazione Maastricht deve farsi sentire. Pretendendo che gli attuali governanti riparino i disastri che hanno contribuito a creare con la loro politica chiusa e localistica e che si facciano da parte.
Ora tocca a noi. Siamo noi quelli che dovranno ricostruire l'Europa puntando all'unificazione politica. Ma per fare questo c'è bisogno di un grande movimento transnazionale che abbia a cuore la rincorsa del sogno europeista. Riusciremo a riprenderci la nostra Europa?      

venerdì, novembre 25, 2011

Tragedie relative

Se qualcuno di voi non se ne fosse accorto, questa settimana Calabria e Sicilia sono state colpite da un'ondata di maltempo che ha causato ingenti danni e (direttamente o indirettamente) 4 morti tra Catanzaro e Messina. Ho visto le immagini della mia città grazie alle foto e ai video amatoriali caricati in rete e mi sono impressionato. Con la memoria ai tragici giorni di Genova, Liguria e la Toscana pensavo di trovare un ampio risalto nei media tradizionali, che tanto spazio nelle scorse settimane hanno riservato a quei luoghi e popolazioni. Mi sbagliavo, un servizio da un minutino nel tg o un articoletto sui giornali. Niente più della ciclica sgradevole sensazione della sensibilità nazionale a due marce, che si dispera (giustamente) per i morti in una città in ginocchio e la settimana successiva è completamente indifferente a una simile disgrazia avvenuta nel capo opposto del Paese. Un "relativismo emozionale" che a mio parere fa emergere il "relativismo percettivo" dell'appartenenza del sud al contesto nazionale. Un filo di amarezza.

martedì, novembre 22, 2011

Fratelli d'Italia

In questo periodo di grossi cambiamenti all'interno del nostro Paese, c'è per me una grande fonte di gioia che deriva dalla ribalta che sta interessando il tema della cittadinanza per chi nasce in Italia, anche se figlio di immigrati. E' una vera e propria battaglia di civiltà che affonda le radici nel senso stesso di cittadinanza, quel patto tra l'individuo e lo Stato, tra sè e la collettività, le sue regole e la compartecipazione alla crescita di un Paese. Sentire le parole del Presidente Napolitano in cui si definisce "follia e assurdità" la negazione del diritto di cittadinanza ai nuovi italiani mi riempie di gioia. Così come mi ha emozionato il trasporto e la convinzione con cui il Segretario del Partito Democratico Bersani, durante la dichiarazione di voto per la fiducia alla Camera, ha urlato la vergona dello stato attuale delle cose e invocato la necessità cambiamento. D'altronde è da molto tempo che si lavora in tal senso, sulle proposte concrete di nuovi meccanismi che abbandonino lo "ius sanguinis", il diritto di sangue, per abbracciare lo "ius soli", il diritto di nascita o di suolo. Pensiamo ai bambini che nascono e crescono in Italia sentendosi italiani al 100%, che spesso non sono neanche mi stati nei Paesi di provenienza dei propri genitori, che al compimento della maggiore età sono non riconosciuti dal nostro ordinamento. Una vergogna, un segno di inciviltà e cecità a tutti i livelli. Come facciamo a non riconoscere in quei ragazzi dei "fratelli d'Italia?" Cosa vuol dire allora essere Italiani? Sento e vedo che è arrivato il momento di fare il grande passo, che non è una concessione bensì un salto in alto verso il futuro. Un grande salto che deve essere compiuto dalle tante gambe di chi guarda in avanti e immagina una società diversa, più equa, più giusta e partecipata



ps: Questo blog aderisce alla campagna per i diritti di cittadinanza "L'italia sono anch'io". Per informazioni in merito cliccate sul banner a lato.
info pratiche roma centro: Per chi volesse firmare le proposte di legge di iniziativa popolare in questa settimana troverete un banchetto del PDEsquilino sotto i portici di piazza Vittorio lato Oviesse  nei giorni di mercoledì 23 novembre (domani) dalle 17:30 alle 20:00 e sabato 26 novembre. Altrimenti potrete firmare al circolo PDEsquilino di via Galilei 57, nelle giornate di giovedì 17 novembre dalle 18:00 (apertura delle consuete attività) e venerdì 25 novembre dalle 19:00 in occasione della cena di sottoscrizione. 

martedì, novembre 15, 2011

Dopo il carnevale la quaresima

Il giorno dopo la destituzione non poteva che essere drammatico. L'entusiasmo di sabato scorso in fin dei conti era cosciente del fatto che la strada da quel punto in poi sarebbe stata comunque in salita. Probabilmente quell'esplosione è stata una sorta di martedi grasso che precede la quaresima. E allora eccoci serviti. Il primo boccone amaro (almeno a me) lo dà la politica. Siamo in emergenza assoluta, su questo sono (quasi) tutti concordi, la speculazione ha ricominciato a farsi vorace, ma nei fatti vedo una pericolosa resistenza dei partiti a cedere reciprocamente delle posizioni che ostacolano la veloce composizione del nuovo governo. Monti chiede la presenza di politici di rango di entrambi gli schieramenti per garantirsi la copertura dei partiti, scelta ragionevole, ma qui iniziano i dolori. Così le prime scorie del berlusconismo cominciano a venir fuori. Troppi anni di istigazione all'odio reciproco e di calpestamento delle bon ton istituzionale hanno creato dei muri tra le parti. Ora la destra è costretta suo malgrado a mettere in campo l'uomo più vicino a Berlusconi e alla sinistra viene chiesto di rimangiarsi la promessa di non accettare nel nuovo governo nessun appartenente al vecchio esecutivo. Scegliere sarà molto doloroso per entrambe le parti, spero solo che facciano in fretta.    

domenica, novembre 13, 2011

Berlusconi Game Over.

Aspettavo quel giorno da anni, come tante altre persone, ma mai mi sarei aspettato una partecipazione di massa come quella di ieri per le piazze di Roma. Le strade erano piene di gente di tutti i tipi, appartenenti a partiti politici, a movimenti e semplici cittadini che hanno sentito il bisogno di accompagnare alla porta il berlusconismo. Una partecipazione coinvolgente, appassionante, emozionante. La sensazione di scrivere un piccolo paragrafo della storia italiana, di rivendicare la diversità del popolo italiano rispetto all'immagine deturpata che Berlusconi in questi anni ha diffuso in tutto il mondo. Uno scatto d'orgoglio e la volontà di dimostrare che nonostante tutto il popolo è sempre più forte dei tentativi di annientamento totale della coscienza civile. E così il centro di Roma si è trasformato in una grande piazza in cui era forte il sentimento di fratellanza reciproco, forgiato da anni di resistenza al modello berlusconiano, basato sull'egoismo, la non partecipazione civile e la televisione come unico mezzo di interfaccia con il mondo esterno.
L'emozione è stato il filo conduttore di tutta la nottata. L'emozione della musica davanti al Quirinale, della gente che aspettava l'uscita di Berlusconi fuori da Palazzo Chigi, di Pierluigi Bersani che ha voluto fare il primo discorso post dimissioni tra i militanti, fuori dal Circolo PD del Centro Storico. Emozione e felicità, ma anche responsabilità e consapevolezza che da domani si farà sul serio. C'è da tirare su un paese, da risollevarlo con sacrifici e serietà. Sarà difficile, ma sono sicuro che ce la faremo.

Lo riconoscete quel posto alle nostre spalle? E' Palazzo Grazioli! E' lì che abbiamo festeggiato fino a notte fonda. Chi l'avrebbe mai detto? E' proprio vero, ci siamo ripresi l'Italia.

venerdì, novembre 11, 2011

Avevo dodici anni.

Avevo solo dodici anni quando Silvio Berlusconi è "sceso in campo" entrando in politica. Già, l'odioso "scendere in campo" da lui coniato che è ormai di uso comune, come sono diventati comuni e accettati i suoi usi e vizi. Lui c'è da quando ho iniziato ad avere un minimo di coscienza politica, una presenza ingombrante e odiosa. Ancora ricordo, anche se ero piccolo, il bombardamento di pubblicità durante la campagna elettorale del 1994. Io già da allora non lo sopportavo mentre vedevo gli anziani di famiglia sempre più ammaliati da quell'uomo sempre troppo sorridente. Un sorriso sempre uguale negli anni, un odioso ghigno. E così le scuole, l'università, il lavoro, e lui (escludendo alcune parentesi neanche troppo fortunate) sempre lì. Ora ho ventinove anni e mi sento derubato di un pezzo di futuro, a livello economico e sociale. Questi ultimi giorni per me hanno una valenza storica, se non altro personale. L'attesa per la fine del berlusconismo è un qualcosa che mi coinvolge e mi appassiona, in un impeto di irrazionalità che non si riduce pensando che già dal giorno successivo con grandi sacrifici sarò chiamato, insieme a tutti gli italiani, a riconquistare quel pezzo di futuro che ci è stato preso indebitamente.

mercoledì, novembre 09, 2011

Bagnomaria.

La verità è che stiamo a bagnomaria. La giornata convulsa di ieri a mio avviso non ha dato i risultati sperati. Servivano le dimissioni immediate di Berlusconi e l'affidamento del governo a una persona autorevole, stimata a livello internazionale, coperta da una maggioranza molto ampia che si facesse carico delle scelte difficili che ci troveremo a dover fare nelle prossime settimane.
Questo rinvio della fine allunga di fatto l'agonia del nostro Paese, sguarnito nei confronti della speculazione e incapace di presentare una faccia credibile a livello internazionale. Questo governo a fatica sta scrivendo il maxiemendamento contenente le misure contenute nella famigerata lettera alla BCE e già ci arrivano le richieste di incrementarlo con altre azioni ulteriori. Non ci possiamo permettere lenti declini. Uno sguardo all'emergenza economica, dunque, ma anche alla possibilità di tentare una modifica alla legge elettorale, o almeno in assenza di accordo lavorare per la riuscita del referendum contro il porcellum. Non voglio uscire dal berlusconismo teoricamente, ma restarvi invischiato per un'altra legislatura. Infine l'ultimo aspetto: non mi fido di Berlusconi. La storia ci insegna che non bisogna mai dare spazio ai tiranni, soprattutto quando sono all'angolo, per cui è necessario affondare il colpo di grazia. Spero che le opposizioni, il Presidente della Repubblica e una parte dell'attuale maggioranza facciano qualche passo in questa direzione.

domenica, novembre 06, 2011

5/11 - La mia manifestazione

Ieri grande manifestazione del Partito Democratico in piazza S.Giovanni a Roma. Nonostante le minacce di pioggia e i gufi che negli ultimi giorni hanno tempestato i social network, centinaia di migliaia di persone provenienti da tutta Italia si sono riversate per strada. E' stata una grande festa, ma piena di elementi di riflessione e contenuti.

La mattina e il corteo
Dalle 10 il nostro circolo, come ogni sabato, ha aperto la consueta postazione sotto i portici di piazza Vittorio, in attesa dell'arrivo dei militanti di tutto il primo municipio. Alle 13 ci siamo mossi tutti insieme in corteo non autorizzato verso piazza S.Giovanni, come forma di protesta contro il divieto decretato dal sindaco Alemanno dopo i fatti del 15 ottobre scorso.

La manifestazione e gli interventi
La piazza era un mare di gente e dal palco si susseguivano gli interventi e la musica. Sono intervenuti Laura Boldrini (portavoce dell'Alto Commissariato per le Nazioni Unite), Jorge Burgos (vicesegretario DC cilena), Siegmar Gabriel (segretario della SPD tedesca) e Francois Hollande, il vincitore delle primarie del centrosinistra francese. E proprio quest'ultimo mi ha impressionato particolarmente, soprattutto per la sua visione europeista così vicina alla nostra (guardate il video in basso). Vedere che il sogno europeo sia condiviso e ribadito anche nelle altre potenze europee non fa che aumentare l'entusiasmo di insistere nella direzione della creazione di un'Europa unita politicamente oltre che da un punto di vista monetario.

L'intervento di Pierluigi Bersani
E il discorso del Segretario parte proprio dall'Europa, massacrata da questi anni di governo delle destre che l'hanno azzoppata e messa in crisi (guardate il video in basso). Si respira una bella aria in piazza S.Giovanni, con un velo di emozione, quando Bersani racconta la sua visione del futuro, gli auspici e la direzione che secondo lui un partito come il PD deve seguire per creare un Italia e un'Europa migliore. Le parole d'ordine sono equità, giustizia, opportunità, giovani, dialogo, solidarietà e responsabilità. E' proprio su quest'ultimo concetto che il Segretario si sofferma, annunciando che il dialogo con le altre forze progressiste e moderate è a buon punto. Un accordo tra questi è l'unica medicina per salvarsi dall'attuale crisi e avviare un periodo di ricostruzione del Paese. A tal proposito mi ha fatto molto piacere la presenza in piazza di tante bandiere di IDV e SEL, segno che forse il momento dell'unità si avvicina.

E da domani?
All'indomani della manifestazione che ci ha dato tante emozioni positive ci ritroviamo nella realtà dei problemi del nostro Paese. Cosa fare allora da domani? Continuare a lavorare sull'informazione delle persone su ciò che accade ogni giorno in Italia e all'estero ma ci coinvolge, ma soprattutto partecipare attivamente alla vita politica dei partiti. Quest'ultimo è un mio chiodo fisso, la vera ricetta per un'Italia diversa che sappia ricostruire il Paese dalle macerie del berlusconismo. Comunque la si pensi, con qualsiasi collocazione politica, l'impegno politico soprattutto delle giovani generazioni è l'unica via d'uscita alla decadenza italiana. La coscienza che saremo noi a pagare il prezzo più alto degli sperperi passati deve essere la forza che ci spinge a voler essere gli artefici del nostro futuro, contrapponendo l'incapacità di chi ha governato con la nostra freschezza e bravura. E allora da domani più impegno e più motivazione, per noi e per i nostri figli.   
 



giovedì, novembre 03, 2011

Ora basta. Solidarietà ai democratici del IV municipio.

Ora basta. La scorsa notte cinque militanti del Partito Democratico, tra cui il capogruppo del PD del IV municipio di Roma Paolo Marchionne di cui mi onoro di essere amico, sono stati vittime di un'aggressione di stampo fascista mentre affiggevano dei manifesti lungo via dei Prati Fiscali. I giovani sono stati accerchiati e malmenati da una squadra organizzata composta da almeno una decina di persone armate di mazze e spranghe, molto probabilmente appartenenti a movimenti di estrema destra, cavandosela con l'applicazione di alcuni punti di sutura alla testa, allo zigomo e due braccia rotte. La fortuna ha voluto che l'intervento tempestivo di una volante dei carabinieri ha messo fine ad un'azione che poteva causare degli effetti molto più gravi. Purtroppo Roma non è nuova a episodi di violenza che hanno come sfondo una matrice politica. Soprattutto dopo le ultime elezioni comunali i gruppi di estrema destra hanno preso coraggio e sfrontatezza. Le aggressioni verbali e fisiche di questi ultimi anni (e in questo elenco vanno aggiunte doverosamente quelle di matrice omofoba) hanno fatto fare alla capitale un salto in dietro di almeno trent'anni. Questa città merita di più, merita persone che la amano e che spendono il proprio tempo per pensare al suo futuro, che quotidianamente ci mettono la faccia con l'impegno per la cosa pubblica. Roma non ha bisogno di certa feccia parafascista, scoria di un passato sconfitto dalla storia. 

Un abbraccio a Paolo e ai democratici del IV Municipio

lunedì, ottobre 24, 2011

Povera (e colpevole) Patria

Che vergogna, che rabbia. Povera Italia, trasformata in oggetto di scherno da parte dei presidenti francese e tedesco all'ultimo vertice dell'Unione Europea di Bruxelles. Tutta colpa della cialtroneria di un governo-non governo che ogni giorno ci spinge verso il baratro, mentre una buona parte del popolo ancora sostiene il suo leader. Che amarezza vedere la scena di Sarkozy e Merkel improvvisati intrattenitori che stracciano ogni forma istituzionale, che tristezza sentire le risate della stampa internazionale. E penso ai tanti italiani che hanno costruito l'Italia con la "I" maiuscola, a quelli che hanno trascinato gli altri Paesi nel sogno europeista, a quelli che ogni giorno si confrontano con le loro aziende con il mercato globale in maniera brillante, ai ricercatori che arricchiscono i curricula delle università italiane e (soprattutto) straniere, agli studenti brillanti che dimostrano il loro valore con i loro pari in giro per l'Europa, agli emigrati che hanno saputo costruire dal nulla imprese e fortuna. Che tristezza vedere come possa suscitare ilarità il nostro Paese, soprattutto se a farlo sono due capi di stato che di certo non hanno brillato per capacità di gestione della crisi. Merkel e Sarkozy sono tra i responsabili dell'escalation della crisi europea, simbolo di una destra che ha messo da parte il sogno europeista per ripiegare sulle logiche di interesse particolare. Mi chiedo quando capiranno che solo un'Europa più forte e unita politicamente potrà dare al suo popolo prospettive di progresso. Povera patria, diceva Battiato, ma non basta. Oltre che povera è anche colpevole. Colpevole di aver permesso tutto questo, di essere indifferente, di aver lasciato correre, di aver ceduto il bene comune in cambio del tornaconto personale. 

venerdì, ottobre 21, 2011

All'orrore non mi abituerò mai.

Come è avvenuto per Saddam, anche la fine di Gheddafi non ha suscitato in me sentimenti di soddisfazione. Tutt'altro. Certo, le due situazioni sono totalmente differenti. La prima è che Saddam fu catturato, giudicato e poi ucciso, mentre Gheddafi è stato eliminato nei contorni di un'azione di guerra.
Non voglio fare la parte del borghese non violento con la pancia piena, comprendo l'odio stratificato in anni di violenze e umiliazioni, però non riesco a convincermi che l'uccisione del tiranno sia l'espressione più piena della giustizia. Proprio non ci riesco. Le immagini di Gheddafi sanguinante e stordito circondato dai tanti uomini che ammirano lo spettacolo della sua paura e sofferenza mi provoca un senso di orrore. Nonostante la barbarie perpetrata da quell'uomo per decenni. Credo che la sua uccisione sia una copertura per proteggere i suoi collaboratori più stretti che oggi sono passati dalla parte dei ribelli, quelli che materialmente hanno in questi anni ordinato massacri e violenze di ogni genere. Credo che un processo giusto avrebbe consentito di determinare con più esattezze le colpe del regime per consegnare alla storia la fotografia reale di quello che è accaduto. Si è persa un'occasione, sia per la ricerca della verità e della giustizia, sia perchè il prossimo governo della Libia sarà probabilmente formato da gente che con Gheddafi si è arricchito e che con lui ha condiviso tutte le peggiori azioni compiute verso il popolo libico.  

domenica, ottobre 16, 2011

Indignati, Incappucciati e una città in ostaggio.

Oggi è il giorno dopo e come tutti i giorni dopo di qualcosa di importante si fanno dei bilanci. Ieri sera ho avuto voglia di scrivere sui fatti violenti avvenuti praticamente sotto casa, ma ho preferito aspettare, far passare una notte per far sedimentare la rabbia per lo scempio a cui ho assistito. Ed ora che il giorno dopo è arrivato si può valutare più lucidamente l'accaduto.Ieri, con tutte le riserve di cui ho scritto in precedenza, si è svolta una grande manifestazione con una partecipazione di altissimo livello. Chi ha esperienza sui percorsi romani capisce subito che per strada hanno sfilato almeno 300mila persone, quindi da quel punto di vista è stato un successo evidente e meritorio da parte degli organizzatori.
I temi.
I temi della manifestazione, a mio avviso, sono stati un grande revival di quelli portati avanti dai social forum durante la stagione no global. Ricordo distintamente le ragioni che mi spinsero ripetutamente, con tantissimi altri ragazzi, a scendere in piazza nei primissimi anni duemila: la percezione che la finanza avesse preso in mano le redini del mondo, la relativizzazione dell'uomo come centro della politica e la messa in discussione del valore della solidarietà sociale e tra i popoli, oltre alla lotta al consumismo come stile di vita. Sono passati dieci anni da allora, ma la situazione non solo è peggiorata, ma la pianta malata ha iniziato a dare i suoi frutti velenosi, in termini di difficoltà economiche, disoccupazione, ingiustizia sociale.
Le violenze.
In questo tipo di proteste è da molti anni che si infiltrano con una certa semplicità (e impunità) gruppi di violenti devastatori, che sfruttano la presenza di molta gente inerme da usare come scudo e di persone (spesso rivoluzionari falliti anni '70) che lasciano fare con un certo gusto. La cosa inquietante è che tutto si svolge con una certa delirante ritualità, quasi come se quella forma di violenza sia comunque uno spazio da lasciare a una certa componente persone. Ieri per la prima volta ho visto molti manifestanti opporsi fermamente a questi violenti, ma devo dire che gli incappucciati erano davvero tanti. E allora via, devastare tutto, le auto, i negozi, le banche, gli uffici, creando un equivoco di base, perchè gli obiettivi dei violenti sono simboli di quel mondo che il movimento critica. Ma loro con i movimenti non hanno nulla da spartire. L'errore degli organizzatori, come spesso accade in questo tipo di manifestazioni, è il non aver previsto nessun tipo di servizio d'ordine, vivendo nell'ideale della completa autogestione della massa. Purtroppo su questa non si può fare affidamento, l'organizzazione serve proprio a questo.  
Ieri ero un poliziotto.
Ma la cosa più brutta e che mi ha provocato rabbia è stato l'attacco alle forze dell'ordine. Ieri ho visto scene da incubo, da guerra (in)civile. Violenza brutale contro persone che avevano come unica colpa quella di indossare una divisa. Padri di famiglia o ragazzi che stanno facendo il proprio dovere (e il proprio lavoro), molti dei quali sono ancora più indignati rispetto a chi ha cercato deliberatamente di ucciderli. Non dimentichiamoci che le forze dell'ordine ormai da tempo vivono una situazione di assoluta sofferenza a causa delle scelte scellerate di questo governo e che in più occasioni sono anche scese in piazza per protestare. Ieri ero con loro, ero uno di loro, mentre quei delinquenti lanciavano sanpietrini potenzialmente mortali o si aggrappavano alle camionette cercando di sfondare il vetro per colpirli. Ero un carabiniere quando quei bastardi hanno appiccato fuoco alla camionetta con all'interno due persone. Ieri le forze dell'ordine (almeno quelli sul campo) hanno dato una grande prova di professionalità, non so quanti di noi sarebbero riusciti a mantenere la calma in quelle situazioni. Ieri se non è ci scappato il morto è merito loro.
Ma ora giustizia. 
Quindi bene le forze dell'ordine ieri, però non si può lasciare impuniti delinquenti di questo genere. Bisogna andare a prenderli casa per casa. Lo Stato deve essere solidale ma la sua giustizia deve essere equa e spietata. Non ci devono essere margini di scappatoia per gente che ha preso in ostaggio e offeso una città intera. 
La vergogna finale.
E infine mi tocca parlare di chi da anni fa più danni dei black bloc. Parlo di certi politici che hanno subito sfruttato l'occasione per dimostrare la loro completa inettitudine a ricoprire ruoli da destinare certamente a persone più dotate di sale in zucca. Che dire dell'on.Butti (PdL) che durante gli scontri non ha trovato niente altro da fare che criticare violentemente RaiNews per la diretta della manifestazione (a proposito grande risposta del direttore)? E poi Gasparri&soci che dall'alto della sua invidiabile arguzia è riuscito addirittura a collegare i fatti di ieri con la battaglia parlamentare contro il governo Berlusconi? 
Vedete, io credo che i fatti di ieri non siano stati un caso, come non lo sia il motivo per cui le violenze siano state perpetrate soltanto a Roma, mentre negli altri paesi la situazione è stata molto più calma e civile. E questo motivo credo sia il completo deterioramento civile a cui siamo stati sottoposti per troppi anni, che ci sta facendo male quanto o forse più della finanza internazionale.

venerdì, ottobre 14, 2011

Indignados, indignati, volti noti e paragrillini.

Questa settimana si è parlato molto delle manifestazioni degli "indignati" in molte città italiane, che si ispirano al movimento degli "indignados", di cui ho scritto a suo tempo (maggio di quest'anno). A scanso di equivoci dico subito che ogni forma di espressione del malessere è sacra, soprattutto se coinvolge persone che per la prima volta si interessano alla cosa pubblica, però questo non deve inibirci dal porci degli interrogativi e muovere delle critiche.Il primo interrogativo alla luce delle proteste degli ultimi giorni riguarda il target principale della protesta, cioè la Banca d'Italia. Quale mente perversa ha potuto pensare che quello sia il problema centrale della nostra condizione? E chi non capisce che Mario Draghi (anche se ormai in partenza verso la BCE) è uno dei contrappesi credibili a livello internazionale rispetto alla sciatteria berlusconiana? E poi, qual'è lo scopo delle manifestazioni? Non intravedo un disegno, un percorso organico che metta davvero alle strette una classe politica allo sbando. Su questo non riesco a non convincermi che l'unico modo per mandar via chi ci governa (di tutti gli schieramenti) sia la partecipazione attiva all'interno dei partiti, la vitalità delle proposte, la competizione (anche)generazionale. E' questa la battaglia che dobbiamo combattere, è questa la battaglia che dobbiamo vincere. Non sarà il populismo paragrillino, la politica che si nasconde dietro l'immagine del comico per poter spedire "vaffa" a chiunque (che in pratica è l'assecondare e usare come arma di coinvolgimento aspetti deteriori del nostro popolo, come fa Berlusconi in altri campi), a risollevare il nostro Paese. Serve l'impegno quotidiano, la visione complessiva di un'Italia più moderna, la disponibilità a discutere con chiunque pur di risolvere i veri problemi dell'Italia. Per questo mi sconforta (ma comprendo) la notizia che la questura non ha dato al nostro circolo PD il permesso di aprire il nostro consueto tavolino in piazza per il prossimo sabato. Problemi di sicurezza, dicono. L'antipolitica spinge e può trasformare alcuni in schegge impazzite. E mi fanno ridere e anche un po' rabbia quei capi popolo per ogni stagione che "guidano" anche questa mobilitazione. Sono anni che saltano da un movimento all'altro e che grazie a questi (e alla tanta brava gente che vi ha partecipato) hanno ottenuto visibilità e anche denaro. Come avviene in politica purtroppo anche le piazze sono troppo piene di volti noti e professionisti della protesta.    

mercoledì, ottobre 12, 2011

Grazie Silvio

Il governo è allo sbando. Assistiamo a un'implosione della maggioranza ormai divisa su tutto. E in tutto questo nessun provvedimento serio e coraggioso per risollevare le sorti dell'Italia. Il paese va a picco ma guardando i sondaggi la gente non punisce abbastanza questa gentaglia che da più di quindici anni ci governa. Non c'è la percezione che Berlusconi e i suoi siano i principali protagonisti del declino italiano, del nostro immobilismo e del peso schiacciante del debito pubblico. Va bene la crisi internazionale, ma i numeri interni contano. E allora guardiamo un po' di questi numeri attraverso la tabella in basso (fonte Bloomberg), in cui si vede l'impatto dei governi degli ultimi vent'anni sul debito pubblico. A voi le conclusioni.
   

martedì, ottobre 04, 2011

Amanda, Giulia e Angelino.

Da ieri sera non si parla d'altro che dell'assoluzione dei due ormai famosi ragazzi per l'omicidio di Meredith Kercher. Io lascio tutti i commenti ad altri per soffermarmi su due aspetti di contorno. Il primo è che trovo scandaloso che un Deputato della Repubblica durante il suo mandato eserciti la propria professione, a maggior ragione se si occupa di questioni che necessitano un impegno totalizzante. Parlo di Giulia Bongiorno, parlamentare di Futuro e Libertà, che abbiamo visto impegnata e appassionata avvocato difensore di Raffaele Sollecito. Sembra che essere un parlamentare per molti sia quasi un hobby da esercitare nel tempo libero e la cosa onestamente fa piuttosto schifo. La seconda considerazione riguarda angelino Alfano, che argutamente si è chiesto:"e ora chi pagherà per i quattro anni di reclusione ingiustamente vissuti da Amanda e Raffaele?". Verrebbe tanto da chiedersi:"e invece chi pagherà per aver ridotto l'Italia in un cumulo di macerie?".  

mercoledì, settembre 28, 2011

Non ci uccideranno.

Domani in piazza del Pantheon a Roma dalle 15 alle 18 si terrà la protesta contro la cosiddetta "legge bavaglio", un provvedimento che se approvato limiterà la libertà di espressione nel nostro Paese. Nonostante il giudizio negativo sia su tutto l'impianto della legge, da diretto interessato mi vorrei soffermare sulla norma "ammazza blog".In pratica chiunque scriva su una qualsiasi delle piattaforme presenti in rete (siano siti web, blog, forum, social network) sarà costretto a rettificare il contenuto entro 48 ore dalla richiesta semplice di uno degli interessati. Faccio un esempio. Se oggi questa norma fosse già in vigore basterebbe una e-mail del ministero delle comunicazioni per costringermi a rettificare la mia opinione sulla legge entro 48 ore. La pena per i trasgressori arriva fino a 12.000 euro sonanti. E pensate al potere che eserciterebbero le aziende sulle recensioni dei prodotti di qualsiasi tipo. Questa è evidentemente una legge liberticida, preparata per zittire tutto quel mondo di giornali e riviste online, blog, forum e quant'altro, che ormai è sfuggito dalle mani di chi è da troppi anni abituato a governare il popolo governando l'informazione. Non vedo altre spiegazioni, considerando che il nostro ordinamento giuridico già prevede il reato di diffamazione. Non bisogna piegarsi, ma eventualmente prepararsi a una massiccia mobilitazione di disobbedienza civile.  

lunedì, settembre 26, 2011

Quel tunnel tra il Gran Sasso e Ginevra

E' vreo, la prima reazione alla gaffe del Ministro (ahimè) Gelmini a proposito del tunnel che collegherebbe i laboratori del Gran Sasso con quelli di Ginevra è di esilarante comicità. Ma quando questa passa, non restano che amare considerazioni. La prima è la desolazione dell'ignoranza di un Ministro che non conosce il suo paese. La seconda è che questa persona nel suo paese neanche ci vive, se parla di un'opera che se esistesse sarebbe una delle più grandi al mondo. La terza è che è una persona che neanche si informa, visto l'entità della fesseria che ha sparato. Poi ci sono le considerazioni più politiche. Un ministro della ricerca che non sia mai andato in uno dei luoghi di eccellenza della ricerca italiana lascia di stucco (probabilmente andandoci avrebbe potuto constatare l'inesistenza del famigerato tunnel). E poi la cosa più fastidiosa in assoluto è il voler a tutti costi salire sul carro dei vincitori vantando il sostegno del governo, quando da anni si continua a tagliare fondi per l'università e la ricerca, non si fa nulla per trattenere i cervelli migliori e si demolisce la dignità stessa della ricerca. Il sorriso mi è rimasto, ma è diventato amaro e fastidioso.

venerdì, settembre 23, 2011

L'Italia sono anch'io

Il 9 settembre scorso è partita la campagna "L'Italia sono anch'io", una mobilitazione che punta alla raccolta di firme per la presentazione di due proposte di legge di iniziativa popolare, la prima che intende modificare l'attuale legge sul diritto di cittadinanza degli immigrati, la seconda sul diritto di voto degli stessi per le elezioni amministrative. Il fronte dei promotori è molto ampio e coinvolge tutte le sensibilità presenti nel nostro Paese, associazioni e organizzazioni laiche e cattoliche, sindacati di vario colore. Per saperne di più cliccate qui e aprirete la pagina ufficiale. In più vi consiglio di dare un'occhiata ai due video in basso. Icaro Vola! sostiene la campagna e nei prossimi tornerà sull'argomento per tenervi aggiornati.


martedì, settembre 20, 2011

Neanche per i propri figli.

Tra gli indicatori del progresso culturale di un paese, c'è sicuramente la cura che la società ha nei confronti delle nuove generazioni, della loro crescita personale e culturale. E' la scuola il terreno in cui si semina il futuro di ogni Paese ed è per questo che rappresenta lo specchio della direzione intrapresa. Tralasciando per un momento l'opera di demolizione della didattica attuata da questo governo, cosa dire allora della situazione in cui versano gli edifici scolastici? Un'inchiesta di Repubblica svela dei dati agghiaccianti: il 30% degli edifici scolastici, cioè 12mila complessi sono stati catalogati in uno studio congiunto dei Ministeri dell'Istruzione e dell'Economia, come edifici a rischio. E si tratta di rischio di ogni genere, da quello sismico a quello strutturale in genere, dai problemi di tipo igienico-sanitario alla presenza di amianto, passando per la presenza di impianti pericolosi e batìrriere architettoniche. Una situazione disastrosa. Mi chiedo allora, che Paese è un Paese che non si prende cura dei propri figli? Che non si preoccupa della loro sicurezza? L'Italia tutto dimentica e dorme serena, salvo poi svegliarsi sgomenta davanti alle tragedie che si consumano a causa della sua abulìa.

domenica, settembre 11, 2011

11 Settembre 2001. Cosa ci resta?

Ricordo ancora quell'11 settembre 2001, che già per me rappresentava una data importante. Ero su un treno quel giorno, stavo iniziando la mia nuova vita a Roma tra tanti pensieri. Le speranze e le paure di chi inizia una carriera universitaria da fuori sede molti di voi le conoscono bene. E nel bel mezzo del viaggio arrivò a mio fratello un sms sconcertante, così ci attaccammo alla radiolina per seguire la situazione tra l'incredulità generale. Quel giorno non cambiò soltanto la mia vita, ma cambiò il mondo intero. 
Ed ora, a dieci anni dagli attentati, cosa ci resta? Sicuramente gli attentati alle torri hanno smontato il mito americano dell'invulnerabilità, generando paura ma anche l'apertura di una stagione di politica internazionale basata sull'aggressione ai cosiddetti "stati canaglia", con la teorizzazione della loro distruzione. E in questa situazione hanno avuto buon gioco i falchi repubblicani americani, quelli dal grilletto veloce e dal cervello lento, che hanno di fatto abbandonato la diplomazia per rifugiarsi nella più redditizia violenza. Per l'industria delle armi l'11 settembre rappresenta l'inizio di un nuovo boom economico. E poi la paura ben alimentata dagli organi di stampa ha fatto il resto. Ancora ricordo in metropolitana la gente che cercava di stare il più possibile distante dalle persone che avevano tratti somatici mediorientali (può fare ridere, ma il mio primo periodo a Roma è stato costellato da innumerevoli accertamenti per strada da parte della polizia. Bastavano i miei capelli ricci fitti, la barba e un'abbronzatura calabrese per insospettire chiunque) e il montare del sospetto verso l'islam. Pensateci, è da allora che sono nate tutte le battaglie contro la costruzione delle moschee e che l'uso della paura dell'islam è stato usato per fini elettorali. Si, l'11 settembre ci ha lasciato dei germi di xenofobia, che sono stati sfruttati cinicamente dalle destre di tutto l'occidente, aprendo una spirale di chiusura reciproca che si è conclusa con un localismo spinto. Infine, probabilmente la cosa più importante, nei dieci anni passati dagli attentati al WTC abbiamo assistito alla fine della supremazia assoluta dell'occidente. L'attacco subito, la gestione delle guerre e la politica diplomatica hanno segnato una nuova fase politica mondiale. Il declino degli USA e dell'Europa e l'affacciarsi di nuove potenze ha dato il via a una nuova visione del mondo in senso multipolare. Questo cambiamento già in atto prevede necessariamente un cambio di mentalità da parte degli occidentali, ma la strada è ancora lunga.  

lunedì, settembre 05, 2011

Nonostante tutto ci sarò.

Ci ho pensato tanto negli ultimi giorni. Le motivazioni sono quelle che ho scritto nel post di qualche giorno fa.Ma ora è troppo, il governo non sta più giocando col fuoco, ma lo sta appiccando alla dignità dei lavoratori. Le norme inserite in finanziaria passate in commissione al Senato riguardanti i licenziamenti rappresentano un possibile colpo di grazia alla condizione penosa in cui versano i lavoratori italiani. Ma la domanda è: perchè inserire questa norma in una legge finanziaria? Perchè farlo in questa particolare legge finanziaria, così gravemente urgente? Chi bisogna accontentare? Mi chiedo dove sia l'urgenza di questo provvedimento e soprattutto la pertinenza. E quali gli effetti positivi? No, questo è troppo. Non si può far finta di nulla, domani scenderò in piazza nonostante tutto, sulla dignità del lavoro non si fanno eccezioni.

giovedì, settembre 01, 2011

Un irrefrenabile bisogno di pulizia.

E' inutile nasconderlo, il caso Penati sta assumendo dei contorni scomodi e fastidiosi. Lo dico da convinto militante del suo stesso partito. Si parla di tanti soldi, di affari, contratti, appalti. Non sono una verginella, la politica ha una componente di questo tipo, ma i bravi politici nel senso di servitori dello stato devono trovare il giusto equilibrio tra le spinte del potere economico e l'interesse collettivo, di cui devono farsi carico. E non ci sono prescrizioni e robe del genere per chi tradisce il patto tra sè e il popolo. Bisogna farsi da parte e in caso contrario il partito deve prendersi carico dell'eventuale allontanamento del servitore infedele. Oggi i tempi della politica sono troppo ristretti rispetto a quelli della magistratura, per cui può rivelarsi necessario qualche strappo al garantismo puro, nel senso che un politico non deve essere giudicato soltanto dalle leggi dello stato, ma deve rispondere a dei requisiti morali certamente più restrittivi rispetto ad esse. Perchè un partito politico, soprattutto il PD, non può accollarsi la vergogna che già solo il sospetto può provocare. E' una questione di credibilità, l'arma che fa la differenza per vincere e governare. Non voglio occuparmi degli aspetti processuali, però politicamente dico che più che un passo qui bisognerebbe fare un salto indietro, per il bene del partito, della gente che ci mette l'anima, dell'alternativa che vogliamo rappresentare, quindi per l'Italia.

lunedì, agosto 29, 2011

Sullo sciopero generale del 6 settembre.

Per il prossimo 6 settembre la Cgil ha indetto uno sciopero generale per protestare contro le misure contenute all'interno della manovra finanziaria del governo. Devo dire che il mio scetticismo a riguardo è molto marcato per una serie di motivi di cui ora vi scrivo. Per prima cosa contesto in questa fase proprio l'uso di questo strumento. Non ne capisco gli effetti sperati nè tantomeno gli obiettivi di breve e medio periodo. E soprattutto non comprendo come si possa sperare in un qualsiasi risultato non mobilitando tutti i sindacati in maniera unitaria. L'impressione è che la Cigl abbia indetto questo sciopero per dare un contentino alla Fiom e all'ala più oltranzista del sindacato. Alla manifestazione nazionale della Fiom del 16 ottobre scorso (lo ricordo bene perchè ero in piazza S.Giovanni) Guglielmo Epifani ha fatto molta fatica a parlare dal palco a causa delle urla che invocavano la proclamazione dello sciopero generale. Urla che partivano da una ben distinta parte della piazza e che si sono trasformate anche in molti fischi. Il sospetto, dunque, è che con lo scipero generale si vogliano regolare gli equilibri interni al sindacato e la cosa non mi va giù per niente, soprattutto perchè continuo a chiedermi: dove sono stati mentre i giovani diventavano nullità? e quando la precarietà ha cominciato a rosicchiarci il futuro? e quando qualche imprenditore con naturalezza ha detto "licenzio solo le donne, tanto il loro è il secondo stipendio della famiglia"? In questi anni ci sono stati un milione di motivi per indire uno sciopero generale e altre forme di lotta, se permettete la decisione di oggi mi lascia più di qualche sospetto.

martedì, agosto 16, 2011

La strage silenziosa nella presila catanzarese.

Oggi scriverò di un argomento scottante e doloroso, perchè coinvolge la salute e la vita di molte persone. Nella presila catanzarese, soprattutto nella zona del Comune di Sorbo S.Basile da qualche anno si verifica un'impennata vertiginosa dei casi di tumore, che ha causato la morte di molte persone. Nel 2009 l'oncologo Pasquale Montilla, allarmato dal verificarsi dello stesso tipo di fenomeno nella zona di Gimigliano, svolse una ricerca per provare a risalire alle cause, giungendo a conclusioni sconcertanti.Il dott.Montilla ha documentato casi di "neoplasie polmonari, linfomi cutanei a cellule B, neoplasie epatiche, del colon-retto,vescicali e mammarie con simultanea presenza di disordini parkinsoniani e deficit cognitivi degenerativi, sclerosi a placche di SLA(sclerosi laterale amiatrofica). Secondo Montilla siamo in presenza di "un'area ad alto impatto di rischio ambientale con sviluppo di criticità sanitarie". In particolare questa situazione è dovuta alla presenza di discariche che negli anni, tra le altre cose hanno prodotto diossina, e di cave e miniere di pirite, marmo e feldspato. Nel caso di Sorbo S.Basile si ha la presenza di una miniera mineraria attiva di feldspato della società Silana Mineraria, "con 175.000 tonnellate annue di estrazione di materiale con emissione di polveri e nano particelle inorganiche e relativa produzione di materiale di scarto tossico nocivo. Il feldspato appartiene ai silicati sostanze inorganiche naturali caratterizzate dalla presenza di un radicale silicico per i quali e’ prevista una tutela speciale". D'altronde basta leggere la scheda tecnica del feldspato della società Europomice, che commercializza il prodotto estratto a Sorbo S.Basile, per rendersi conto della pericolosità di questo materiale. Il grosso problema è che negli anni probabilmente ci sia stato un progressivo inquinamento delle falde acquifere, con il coinvolgimento del fiume Corace. Ma non è finita qui. E' esperienza comune di chi vie nei paesi della presila catanzarese la presenza di un transito piuttosto sostenuto di grossi autocarri, che a molti risulta anomalo soprattutto perchè in parte avviene nelle ore serali e notturne. E i sospetti aumentano gettando lo sguardo verso l'indagine svolta alla fine degli anni novanta dall'ex pm Luigi De Magistris, chiamata "Operazione Artemide", che mise sotto la lente d'ingrandimento le presunte movimentazioni illegali di sostanze di scarto industriale altamente nocive provenienti dagli stabilimenti della società Pertusola Sud e che coinvolse proprio la Silana Mineraria, amministrata da Sergio Stancato. A margine di quella operazione venne arrestato per corruzione l'allora assessore regionale all'ambiente, Sergio Stancato. Questo, dopo l'allontanamento di De Magistris dalla Procura di Catanzaro, mancando la voglia e la forza di proseguire nelle indagini vide i reati contestatigli andare in prescrizione. Per il suo operato fu poi premiato dal popolo calabrese con la rielezione al Consiglio Regionale nel 2005. 

Cosa si nasconde nella montagna sopra Sorbo S.Basile? Miniere fuori norma? Discariche abusive? Costipazione di rifiuti tossici? E soprattutto, perchè gli abitanti del paese e del circondario non si uniscono per chiedere a gran voce la verità? Quando imparerà il popolo calabrese ad alzare la testa? E quando a svincolarsi dagli amministratori dello Stato infedeli? I morti aumentano e sono sempre più giovani, sempre più famiglie stanno portando un fardello di dolore troppo pesante. E non ci si può fermare alla pietà, alla compassione, al fatalismo. Oggi cittadino ha il dovere di esporsi per chiedere giustizia, per la comunità e per i propri figli.

Le relazioni di Pasquale Montilla:

venerdì, agosto 12, 2011

La nostra pena

Il governo ora accelera. Saltano le ferie estive dei ministri (in realtà solo di alcuni, non esageriamo...) e dei big di partito. Si riuniscono le commissioni, il ministro relaziona (senza dire niente di specifico), l'altro ministro (quello che ormai si comprende solo quando fa le pernacchie) fa la solita scena del ribelle prima di piegarsi in serata. La situazione, come ha detto Gianni Letta "precipita", subito corretto da Minzolini che al tg1 ha sostituito il verbo con "cambia velocemente". Scene da regime che si trova ad affrontare tutti quei nodi che ha fatto finta di non vedere negli ultimi anni. E ora siamo sicuri che imporranno a noi di scioglierli, con il nostro lavoro, i sacrifici, i risparmi (chi ce li ha!) e le pensioni. Mi chiedo quale sia la pena giusta per questi inetti gestori del potere, persone talmente capaci da fare affondare una delle potenze economiche mondiali. Questi hanno davvero la stoffa! Però riflettendoci ho pensato che loro stessi sono la pena per il popolo italiano, immaturo, troppo spesso incline al compromesso per il vantaggio personale, la corruzione, la mancanza di senso civico e dello Stato. Da questa crisi inizieremo a raccogliere i frutti di 15anni di berlusconismo e decenni di gestione clientelare della politica. Impareremo la lezione?  

mercoledì, agosto 10, 2011

In bici verso Catanzaro - Osservare con lentezza

Ieri ho fatto due pedalate dal quartiere Corvo (casa mia) a Catanzaro, passando dal quartiere Sala. Come spesso accade, nonostante la fatica osservare l'ambiente circostante da un sellino di bicicletta è sicuramente più interessante, perchè la lentezza forzata aiuta la riflessione. Allora ho deciso di scattare qualche foto e di pubblicarle di seguito. 

Una cartolina dal quartiere Corvo
 Il sistema di segnalazione della disponibilità dei parcheggi vicino S.Maria
 L'ecomostro del "Parco Romani", una delle vergogne più vistose del capoluogo

Il centro artigiano "Le Botteghe". Qualcuno ne sa niente?
La realizzazione della passerella di collegamento tra il tribunale vecchio e quello nuovo. Possibile che questo scempio si stia concretizzando senza una minima protesta?

Corso Mazzini e Bellavista. Come sarebbe bello non vedere le auto!